Una nuova sorprendente scoperta nella giungla del Messico. Gli archeologi hanno portato alla luce due antiche città maya, con templi piramidali, palazzi, una campo da gioco, altari altri monumenti in pietra. Una delle due città era già stata individuata decenni fa, ma tutti i precedenti tentativi di scavo sono falliti. L'altra città, invece, era completamente sconosciuta, gettando così nuova luce sull'antica civiltà Maya.
Nella foresta tropicale della penisola dello Yucatan, due grandi siti Maya sono stati scoperti da una spedizione archeologica guidata da Ivan Sprajc, del Centro di Ricerca dell’Accademia Slovena delle Scienze e delle Arti.
Anche se non molto lontani dalle moderne città di Xpujil e Zoh, nella parte sud-orientale dello stato messicano di Campeche, i due siti si trovano nella Riserva della Biosfera di Calakmul, una zona spopolata e difficilmente accessibile.
Come riporta l’articolo di Discovery News, uno dei due siti, denominato Lagunita, era stato individuato nel 1970 dell’archeologo americano Eric Von Euw, il quale documentò numerosi monumenti in pietra e una straordinaria entrata a forma di un mostro con le fauci spalancate. Tuttavia, i risultati della sua ricerca non furono mai pubblicati.
Nonostante i vari tentativi di scavo, Lagunita è rimasta nascosta fino a poche settimane fa, quando è tornata alla ribalta delle cronache archeologiche grazie all’interesse del dottor Sprajc. “Abbiamo individuato il sito con l’ausilio di fotografie aeree”, spiega Sprajc, “ma siamo riusciti ad identificarla con Lagunita solo dopo che abbiamo visto i monumenti e li abbiamo confrontati con i disegni di Von Euw”.
L’altro sito, invece, non era mai stato segnalato in precedenza. Gli archeologi l’hanno battezzato con il nome di Tamchén (che significa “pozzo profondo” in maya yacateco), alludendo alla presenza di più di 30 camere sotterranee a forma di bottiglia, in gran parte destinati alla raccolta dell’acqua piovana.
Lagunita e Tamchén sono situate nella parte meridionale di un vasto territorio archeologicamente inesplorato. Fatta eccezione per Chactùn, la grande città scoperta da Sprajc nel 2013, nessun altro sito è finora stato localizzato in questa zona, la quale si estende per quasi 3 mila km².
Oltre a un campo da pallone e un tempio piramidale alto quasi 20 metri, l’area centrale di Lagunita presenta una serie di imponenti edifici disposti intorno a quattro grandi piazze. La caratteristica più spettacolare è una porta riccamente decorata con le sembianze della bocca di un mostro con le fauci spalancate.
“A giudicare dai volumi architettonici e dalle iscrizioni, Lagunita deve essere stata la sede di un potente sistema politico, anche se la natura del suo rapporto con Chactùn, situata a circa 10 km, rimane poco chiara”, spiega Sprajc.
Imponente allo stesso modo è il sito di Tamchén, situato a circa 6 km a nord-est di Lagunita. Esso presenta diverse piazze circondate da edifici voluminosi, tra cui un tempio piramidale conservata piuttosto bene, una stele e un altare. Sebbene Tamchén sembra essere stata in gran parte contemporanea di Lagunita, alcune sue parti fanno pensare che l’insediamento originario risalga al periodo Tardo Preclassico (300 a.C. – 250 d.C.).
Sia Tamchén che Lagunita sembrano essere state abbandonate intorno all’anno 1000, condividendo la sorte di altre città Maya della pianura. Tuttavia, alcune stele sono state modificate qualche tempo dopo che erano state erette. Questi fatti riflettono una rottura e una continuità nelle tradizioni culturali, ma il loro significato, come la storia di tutta la regione, sono ancora da spiegare.
Nel mese di giugno del 2014, la parte meridionale della Riserva della Biosfera di Calakmul, dove si trova la maggior parte dei siti archeologi scoperti da Sprajc negli ultimi anni, è stata iscritta nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO, sia come proprietà naturale che culturale.