Scientia Antiquitatis
Oceania
La definizione di una civiltà dell'Oceania è problematica: basti pensare che, con una popolazione che rappresenta una frazione minuscola di quella mondiale, questa regione racchiude quasi un quarto delle lingue parlate sulla terra.
Vi sono insediamenti tra i più antichi del mondo, altri tra i più recenti, e altri ancora che sono attualmente minacciati dagli effetti del riscaldamento globale sul livello del mare.
L'identità degli abitanti dell'Oceania è imprescindibile dalla storia del popolamento e delle strategie di sopravvivenza sviluppate in ambienti diversi.
Altrettanto vale per i processi culturali innescati dagli incontri del periodo delle esplorazioni e della colonizzazione da parte delle potenze europee, nonché dalla decolonizzazione tuttora in corso.
In seguito all'esplorazione del Pacifico, i navigatori e gli studiosi europei suddivisero l'Oceania in aree geoculturali (Australia, Melanesia, Polinesia e Micronesia), creando mappe delle popolazioni "scoperte" basate sui propri pregiudizi razziali.
Sebbene tali differenze non rispecchiano la realtà, l'imposizione di saperi egemonici e la creazione di confini politici arbitrari influiscono tuttora sulla definizione identitaria delle popolazioni indigene.
La colonizzazione è avvenuta relativamente tardi e in alcuni luoghi è stata di breve durata; a partire dagli anni sessanta del Novecento, il processo di decolonizzazione ha portato alla creazione di nazioni indipendenti o di entità politiche autonome che mantengono rapporti di "libera associazione" con le ex potenze coloniali.
Per le popolazioni indigene dell'Australia e della Nuova Zelanda, trovandosi nella condizione di minoranza all'interno della loro stessa nazione, la situazione è ancora differente.
Anche dove il processo di decolonizzazione si è concluso, le culture oggi vanno pensate all'interno di una logica globale, a cui i nativi dell'Oceania non sono estranei.
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