Presentato a Formello, presso la sede dell’Archeo Club d’Italia, in una cerimonia commemorativa dell’archeologo recentemente scomparso Gaetano Messineo del quale, tra l’altro ne era presidente, «Tomba di Nerone» Toponimo, comprensorio e zona urbanistica di Roma Capitale, è un volume che per la preziosa cura di Fabrizio Vistoli, coordinatore scientifico della collana Fors Clavigera, Nuova Cultura, va oltre la didattica e la ricerca archeologica e si arricchisce di inediti particolari che legano la particolare attenzione rivolta da Gaetano Messineo, non solo all’area nord di Roma, ma anche a tutti coloro che ne hanno condiviso le esperienze scientifiche.
La tutela per i Beni Culturali è passata, negli anni, attraverso fasi e personalità eccellenti che hanno voluto significarsi nell’attenzione alle vaste aree di interesse archeologico, urbanistico e monumentale di Roma e dell’Italia in genere che di beni, in questo senso, ce ne ha donati con estrema generosità. Ed è con la stessa generosità d’animo che l’archeologo e accademico Gaetano Messineo ha voluto dare il proprio contributo alle scienze archeologiche ed alla conservazione dei beni culturali. Scomparso prematuramente nel 2010 egli ha avuto il merito di raccogliere intorno alla sua figura studiosi e ricercatori che con lui hanno condiviso esperienze di lavoro e di studio, coordinati dall’archeologo Fabrizio Vistoli, che ha raccolto e curato gli Scritti tematici in Memoria di Gaetano Messineo, per le Edizioni Nuova Cultura, Fors Clavigera, per la quale presiede il comitato scientifico.
Un volume celebrativo dell’uomo e dello studioso, dell’archeologo e del funzionario, impegnato in quella faticosa opera che è la ricerca delle ragioni del presente attraverso la continua ricerca sul territorio, sulle aree che sono grembo della nostra cultura e del nostro essere, intorno a quelle preziosità rare che sono l’intima unione tra passato e presente. Un passato a tratti oscuri ed incerto, un passato a cui Messineo ha voluto dare ampio spazio e risalto in tutti quelli che sono i suoi scritti, citati e raccolti in un repertorio bibliografico nell’opera curata da Fabrizio Vistoli, accanto ad una serie di contributi vergati da studiosi italiani un cui si esaminano con taglio interdisciplinare ed impostazione diacronica, diversi aspetti di quell’antica proprietà fondiaria dell’Agro Romano chiamata un tempo «Casal Saraceno» (dalla famiglia Saraceni, che l’acquistò prima del 1313) o «di S. Andrea » (da una chiesetta seicentesca ancora esistente dedicata a quel santo), ma conosciuta anche con il nome di «Sepoltura» ed oggi «Tomba di Nerone» sulla via Cassia, per via della presenza, in quel luogo, di un sarcofago romano decorato con temi guerreschi che il popolo ha da sempre impropriamente attribuito al sanguinario imperatore. La scelta di questo settore del suburbio cittadino come argomento degli scritti attraverso i quali onorare la memoria del benemerito studioso siciliano non è, ovviamente, casuale. In primo luogo, essa risponde alla volontà di non scostarsi troppo dagli ambiti territoriali all’interno dei quali egli si mosse e operò per più di un ventennio, in forza del suo incarico ispettivo nei ranghi della Soprintendenza archeologica di Roma (SAR); secondariamente perché chi scrive, già nel lontano 2002, era stato esplicitamente messo a partito della sua intenzione di approfondire, quanto prima, taluni aspetti della topografia storica della via Cassia (ed in modo particolare quelli, che riteneva oltremodo trascurati, relativi al VVII miglio antico della Consolare); terzo, perché proprio a Messineo, come chiarirò meglio oltre, si deve la primissima impalcatura strutturale della poderosa monografia che oggi vede la luce: monografia che egli aveva pensato non solo come puntuale e fruttuoso continuum del libro-dissertazione sulla tenuta dell’Acqua Traversa (2005), ma anche come necessario vademecum all’impegno dell’Amministrazione pubblica, organi ministeriali ed istituzioni cittadine, per la tutela e la valorizzazione dei Beni culturali di questa zona periferica della Capitale (2008-2010).
Il volume nasce dunque da una profonda condivisione degli studi e delle continue ricerche su un’area del suburbio romano che attraverso la ricerca sistematica è ora al centro di un dibattito che fa della sua riscoperta e della sua tutela il centro, anche e soprattutto in memoria di chi, come Gaetano Messineo, ha dedicato parte del suo lavoro a quell’area a nord di Roma che è tra le principali sedi di interesse per l’archeologo siciliano.All’archeologia di Roma e del suo suburbio, si legge ancora nelle note introduttive di Vistoli, è dedicata la parte più consistente degli scritti dello studioso. Tra questi si segnalano, per originalità e rigoroso metodo adottato, i contributi strettamente legati alla via Flaminia (ovvero alle testimonianze archeologiche e monumentali da lui rintracciate nel tratto della Consolare tra III e XIII miglio antico), nonché le singole monografie incentrate, rispettivamente, sull’arco e sul borgo fortificato di Malborghetto (1989, 1998), sul celebre complesso residenziale di Livia Drusilla ad Gallinas Albas (1984, 2001) ed infine sulla monumentale tomba dei Nasoni e sulla sua ricca decorazione pittorica (2000) [2]
Un’esperienza di studio e di lavoro che ha dunque il pregio di essere stata curata e raccolta in un unico volume che analizza il comprensorio, il monumento ed infine si arricchisce di approfondimenti tematici che vuole essere celebrativa di Gaetano Messineo e consegnare la sua memoria a coloro che ne raccoglieranno l’eredità e saranno mossi dallo stesso ardore scientifico ed umano.