mercoledì 10 ottobre 2012

Sahara: Mauritania, la gente di Tichit.




Fondata intorno al 1150 d.C., un tempo Tichit aveva una popolazione stimata fra i seimila e i centomila abitanti.
Oggi il numero degli abitanti è sceso a circa cinquecento, dal momento che ogni anno sempre più famiglie se ne vanno e sempre più case vengono ricoperte dalla sabbia.
Tuttavia sono ancora visibili le divisioni etniche che racchiudono la complessità etnica della Mauritania.
Il gruppo più grande ed economicamente più attivo, che si definisce Masena, è concentrato nel lato sud della città, verso il moderno quartiere amministrativo.
Sono probabilmente discendenti delle popolazioni nere che vivevano in tutto il Sahara in epoche precedenti e più prospere, e che vennero spinte verso sud in oasi come quelle di Tichit e Oualata dall'espansione del deserto e dai Berberi.
Le ricche famiglie Masena avevano schiavi, noti come Abid o Ould Bella, e la maggior parte di questi decisero di mantenere il proprio tradizionale modo di vita anche dopo che vennero formalmente liberati, nel 1982, lavorando sei giorni alla settimana nei giardini o nelle case dei padroni in cambio del necessario per vivere.
Oggi gli Abid formano un gruppo separato a Tichit e vivono nel ghetto a est della città.
Molti si sono mescolati in qualche misura con i Mauri arabi di Tichit, il cui status di schiavi neri liberati si è affermato da più tempo e che continuano a godere di una posizione sociale superiore grazie alla loro religiosità e ai rapporti che intrattengono da lungo tempo con i Mauri Bidan.





I Mauri Bidan di Tichit sono chiamati Chorfa, titolo che indica la loro pretesa discendenza dal profeta Maometto.
Berberi arabizzati stabilitisi da queste parti nel IX secolo, i Chorfa erano originariamente parte del gruppo di popoli parlanti berbero chiamato Zenaga.
Sono concentrati nella parte nord di Tichit, intorno alla moschea dl XIV secolo.
L'ultimo gruppo è quello dei Rehian, beduini arabi nomadi che attraversano la città per vendere carne o per partecipare alla raccolta dei datteri.
Spostano le loro tende anche di 200 chilometri lungo la scarpata per seguire il bestiame al pascolo.
Nonostante questa complessità etno-linguistica, secondo i censimenti effettuati a Tichit, il 99% della popolazione è Maura, cioè parla Hassaniya, a causa forse della convinzione che dichiarare la propria appartenenza a qualsiasi altro gruppo etnico venga considerato politicamente sospetto.





Le Grandi scoperte: Il ritrovamento di un Neanderthal a Madrid potrebbe chiarire il mistero della loro estinzione.

 


Il Lozoya River Valley, nella catena montuosa di Madrid del Guadarrama, potrebbe essere facilmente chiamata "Valle Neanderthal", dice il paleontologo Juan Luis Arsuaga.
"E 'protetta da due catene di montagne, è ricca di fauna, è un luogo privilegiato dal punto di vista ambientale, ed è ideale per il Neanderthal, dato che ha fornito un ottimo terreno di caccia."
Questo non è solo una ipotesi: gli scienziati che lavorano sul posto a Pinilla del Valle, han trovato già nove denti di Neanderthal, resti di falò e migliaia di fossili di animali, tra cui alcuni da uri enormi (l'antenato dei bovini, ciascuna della lunghezza di due tori), rinoceronti e daini.
L'uomo di Neanderthal è una specie umana che è ben conosciuta ma sconosciuta allo stesso tempo. E 'ben nota, perché numerose vestigia sono stata trovata dal momento in cui hanno vissuto in Europa, tra 200.000 e 30.000 anni fa.
Ma è anche misteriosa a causa dei molti problemi irrisolti che continuano a saltar fuori, tra cui, in primo luogo: perché si sono estinti quando la nostra specie attuale ha fatto la sua comparsa sul continente?
Nessuno sa per certo se l'uomo di Neanderthal è stato in grado di parlare, o se hanno condiviso territorio con l'Homo sapiens, o se entrambe le specie si sono ignorate fino a quando uno, la nostra, ha proliferato, mentre l'altro si è perso per sempre ... Gli scienziati responsabili dei siti a Pinilla del Valle potrebbe fornire contributi significativi a trovare le risposte a queste ed altre domande sulla vita dei Neanderthal.
"Ci sono circa 15 siti in Spagna: nella Cordigliera Cantabrica, lungo la costa del Mediterraneo orientale o in Andalusia, ma nessuna è stato trovata in una pianura spagnola, dove non ci sono formazioni calcaree e grotte non adeguate per preservare i resti umani per migliaia di anni" aggiunge Arsuaga.
Ma Pinilla del Valle è un eccezione alla regola.






"Non c'è calcare qui E 'stato come un tappo di pietra in cui il Neanderthal presumibilmente si rifugiò per preparare la caccia, alle imbarcazioni i loro strumenti, a mangiare ... Non è che hanno vissuto dentro, nel senso di una casa.; vagavano nei campi, e questo è probabilmente più simile a un campo base per rifugiarsi quando ne avevano bisogno. "
È chiaro che il Neanderthal preso cura di loro morti in qualche modo
"Il sito, che ha un grande potenziale, si estende per circa 150 metri e stiamo lavorando in tre aree: la grotta di Camino, il rifugio di Navalmaillo e la grotta di Des-Cubierta, che coprono tre periodi di tempo diversi", spiega Enrique Baquedano, direttore del Museo Archeologico Regionale di Madrid.
Era al piano di Des-Cubierta che un Neanderthal deve aver messo il cadavere di un bambino di età compresa tra due anni e mezzo a tre anni di età. Hanno messo due lastre di pietra e un corno di bisonte sulla parte superiore.
Baquedano spiega che hanno trovato alcuni dei denti del bambino, lo chiamano una bambina, anche se non hanno alcuna prova scientifica del suo sesso, così come un pezzo di carbone che si è stato scoperto solo pochi giorni fa e che consentirà una datazione precisa.
"Sepolture complete, con una struttura chiara che permette ai ricercatori di ricostruire i comportamenti, è una cosa molto rara in qualsiasi parte del mondo", dice Arsuaga, che è anche co-direttore degli scavi nel sito principale preistorico di Atapuerca.
Migliaia di strumenti di pietra sono già stati trovati. "La migliore pietra per scolpire è la selce, ma non c'era in questo territorio, così hanno dovuto accontentarsi di quello che avevano a portata di mano.
Così hanno adattato la loro tecnica al quarzo.
" E peggiore della selce, ma funziona e rappresenta un adattamento mirabile tecnologico . "
E per quanto riguarda la caccia? "Hanno usato le lance di legno temperate con il fuocoe punte di quarzo."
"Qui, in questa valle così pieno di luoghi ricchi, siamo in grado di scoprire un sacco di cose sui Neanderthal, le loro vite e le loro morti, il loro clima, la loro tecnologia e la loro economia", conclude l'archeologo.
"E 'solo una questione di tempo."




martedì 9 ottobre 2012

Egitto: Erotismo e seduzione.

"Con i suoi capelli, lancia contro di me le sue reti; con i suoi occhi, mi fa prigioniero; con i suoi ornamenti, si fa padrona di me".
( Inizio delle parole d'incantesimo ).




Tra i piaceri della vita gli Egiziani comprendevano naturalmente il buon cibo, la musica e l'amore.
I banchetti raffigurati nelle decorazioni tombali sono popolati da uomini e donne vestiti di abiti di tessuti fini, quasi trasparenti, adorni di sontuose parures e recanti sul capo parrucche folte e ricciute, talora sormontate da coni profumati.
L'abbigliamento e il trucco costituivano un indubitabile fattore di attrazione erotica, e in particolare le parrucche femminili rivestivano un ruolo importante nel gioco della seduzione.
La sensualità pervade molti racconti di argomento mitologico, nell'interno anche di ribadire in modo rituale il potere fecondatore e rigenerativo di molte divinità, quali Amon, Min; Hathor e Iside.
In tale prospettiva va interpretato anche l'uso di introdurre nelle tombe bamboline in forma di donne nude, con attributi sessuali marcati; queste "concubine del defunto" avevano il preciso scopo di risvegliarne la virilità e la forza generatrice.
Tuttavia e immagini di argomento esplicitamente sessuale e osceno sono relativamente poche, limitate a un ambiente popolare e forse di destinazione apotropaica.
Non mancano però velati riferimenti all'intimità della coppia nelle raffigurazioni di feste, di caccia o di musica, accennati dalla sola presenza di dettagli, con valenze erotiche, quali i fiori di loto, i frutti della mandragola, i papaveri, gli strumenti musicali suonati dalle dame o i gioielli tipici del culto della dea dell'amore Hathor.







Scena di banchetto, dalla tomba di Nebamon a Tebe Ovest, XVIII dinastia, intonaco dipinto, h 76 cm, Londra, British Museum.


Uomini e donne si presentano vestiti di stoffe fini, hanno parrucche decorate da diademi floreali e profumate con coni di unguento ed esibiscono ricche parures.
Le feste e i banchetti erano occasioni mondane durante le quali le famiglie dell'alta società intrattenevano rapporti di amicizia; naturalmente, rappresentavano anche il momento adatto per esibire in pubblico i simboli del proprio status sociale: bellezza, ricchezza e potere.
Numerosi dettagli pervadono le scene di banchetto di un'atmosfera sensuale: gli abiti sono in genere succinti e pressoché trasparenti, mentre il trucco, le parrucche e i gioielli esaltano la femminilità e l'attrazione.



Scena dal Papiro Erotico, da Deir-el-Medina, XIX-XX dinastia. h 21 cm, Torino, Fondazione Museo Antichità Egizie.


Le raffigurazioni oscene sono piuttosto rare nell'arte egiziana, ma non mancano tuttavia scene di esplicito argomento erotico e sensuale.
Questi esempi, normalmente relegati nell'ambito dell'arte popolare, avevano un valore propiziatorio della fecondità.
Le ragazze portano sulla parrucca un fiore di loto, simbolo di rinascita e piacere, e sono vestite soltanto di una cintura.
Il papiro conservato a Torino ha piuttosto un carattere di satira e di caricatura iperbolica della realtà, che si nota in particolare nelle dimensioni esagerate dei falli a dai volti quasi felini degli uomini.




Natura: Lupo (Canis lupus).







Come la volpe, il lupo (canis lupus) possiede cinque dita negli arti inferiori, quarantadue denti e un muso allungato. 
Con il cane domestico, lo sciacallo, il coyote, ecc., il lupo costituisce il genere Canis, caratterizzato, rispetto alle volpi, da fronte più saliente, coda relativamente meno lunga e muso meno aguzzo. 
Il lupo misura da m. 1 a m.1,40 di lunghezza, più 30, 40 centimetri di coda. 
Il peso varia fra 30 e 80 chilogrammi e l'altezza al garrese può raggiungere il metro, però generalmente non supera i 75-80 centimetri. 
La coda è diritta e tenuta penzoloni. 
Gli orecchi appuntiti sono eretti, le pupille rotonde, il collo è robusto.
I possenti denti ferini presentano la forma tipica; i canini non sono molto lunghi, ma solidamente impiantati nelle mascelle; gli incisivi appaiono ben sviluppati. 
Il pelo varia molto sia nella qualità sia nel colore, a seconda delle regioni in cui vive l'animale. 
Il lupo matesino è grigio fulvo, misto a peli neri, più chiaro nella parte inferiore del corpo. 
Durante l'estate il mantello acquista riflessi rossi, che volgono al giallo in inverno. 
La conformazione del lupo, caratterizzata dal treno posteriore sfuggente e dalla forma speciale della gabbia toracica, gli conferisce la caratteristica andatura e lo rende atto alla corsa. 
Come nelle volpi, esiste all'attacco della coda del lupo una ghiandola odorifera, la cui secrezione e particolarmente intensa all'epoca della riproduzione. 








La tana deve essere situata vicino alle piste di caccia e, quando è possibile, costituire un buon punto di osservazione. 
Si tratta spesso di una vecchia tana di tasso o di volpe, o di una cavità ai piedi di un albero, tra grosse radici. 
Le femmine approntano sempre molte tane secondarie, che possono distare anche cinque chilometri dalla tana principale. 
In primavera e in estate, i lupi vivono generalmente soli o a coppie. 
In autunno la loro esistenza diviene familiare e, in inverno, si raggruppano in banchi più o meno numerosi. 
La vita del branco non è esente da rivalità e da lotte, ma i combattimenti non diventano mai cruenti; si tratta piuttosto di posizioni rituali: posizioni di minaccia, di sfida, di sottomissione, e così via, che hanno lo scopo di convalidare la posizione gerarchica di ogni individuo all'interno del branco. 
Quest'ultimo si scioglie alla fine dell'inverno, nel periodo degli amori. 
Sia che viva solitario o in coppia, sia che viva in branco, il lupo possiede un territorio di caccia che percorre in continuazione.
Tale territorio è costituito dalle piste degli altri animali, da sentieri o percorsi abbandonati e anche da strade, se sono poco frequentate. 






Il lupo non è un animale molto rapido. La sua velocità massima non supera i 50 km/h e non gli permette pertanto di ghermire in corsa le prede più veloci. 
In compenso ha una resistenza straordinaria. 
Caccia allora cercando di sfinire la preda, braccandola all'occorrenza anche nell'acqua, poiché è un buon nuotatore. 
Sono grandi mangiatori e sono in grado di consumare in un solo pasto sei kg di carne, la quale non deve necessariamente essere fresca: i lupi ricorrono sovente alle prede dei giorni precedenti. 
Hanno pertanto la tendenza, quando è possibile, di costituirsi delle riserve e di uccidere più animali di quanti ne possano mangiare. 
Benché preferiscano prede di grandi dimensioni, mangiano anche piccoli animali quali roditori, rettili, uccelli, pesci e persino larve ed insetti. 
Quando un lupo è solo o in coppia diventa prudente, paziente e molto più scaltro della volpe. 
Si conoscono numerosi casi di lupi che cacciano in coppia: uno dei due distrae il pastore e i cani, mentre l'altro sottrae una pecora isolata. 
La potenza delle mascelle e del treno anteriore permette al lupo di correre trasportando una pecora tra le fauci, ed è così resistente da percorrere alcune decine di chilometri. 






Il periodo degli amori dura da dicembre a febbraio. Dopo una gestazione di due mesi circa, in primavera, la lupa da alla luce da tre a sei lupacchiotti, eccezionalmente da otto a dieci. 
Il parto avviene nel folto di una macchia spinosa o di una foresta, in una specie di nido costruito con rametti ed erba secca, a cui la madre aggiunge il pelo strappato dal ventre per scoprire le mammelle. 
Questo nido è chiamato covo. 
I lupacchiotti nascono con gli occhi ancora chiusi e li aprono solo dopo una decina di giorni. 
Il loro sviluppo è dapprima lento, poi diviene molto rapido. 
Sono bestiole graziose, dagli occhi grandi e rotondi, ricoperte da uno spesso strato lanoso. 
La madre li svezza solo a due mesi. 

Per fare ciò, padre e madre iniziano con il rigurgitare della carne, per metà digerita e mescolata a saliva. 
Più tardi sospingono delle prede vive verso la tana, oppure le portano nelle fauci, al fine di insegnare ai piccoli a cacciare. 
I giovani lupi diventano adulti e atti alla riproduzione solo a tre anni, quando hanno già lasciato i genitori da lungo tempo. 
Teoricamente un lupo può vivere quanto un cane, cioè una quindicina di anni, ma ciò 

avviene molto raramente in natura.






lunedì 8 ottobre 2012

Australia: Survival per gli Aborigeni

In Australia vi sono circa 500 diversi popoli aborigeni, ciascuno con la propria identità linguistica e territoriale, e generalmente organizzati in clan distinti.
La loro terra è stata invasa a partire dalla fine del diciottesimo secolo, con conseguenze disastrose.



La terra è un elemento cruciale per gli Aborigeni, e intorno ad essa ruota tutta la loro esistenza materiale e spirituale. Prima della colonizzazione, la maggior parte degli Aborigeni abitava in comunità semi-stanziali lungo le coste, sostentandosi di agricoltura e dell’allevamento di pesci e animali.




Gli Aborigeni che popolavano invece il bush o il deserto dell’entroterra vivevano di caccia e di raccolta. 
Bruciavano le sterpaglie per favorire la crescita delle piante preferite dalle loro prede ed erano molto esperti nella ricerca dell’acqua.
Oggi, piú della metà degli Aborigeni risiede nelle città, spesso condizioni terribili nelle periferie più degradate. 
Molti lavorano come braccianti in quelle stesse fattorie che hanno occupato le loro terre ancestrali ma altri, soprattutto nella parte settentrionale del continente, rimangono radicati nelle loro terre e vivono ancora di caccia e raccolta.


 

Gli Aborigeni sono stati derubati delle loro terre sin dai primi anni della colonizzazione britannica. Il principio giuridico che regolava la questione indigena nella legislazione inglese e, pertanto, anche in quella australiana, era quello della "terra nullius": un principio che definiva la terra australiana prima dell’arrivo dei Britannici come una terra vuota, una terra di nessuno che, pertanto, poteva essere legittimamente occupata dai coloni.




Il principio è rimasto legalmente in vigore fino al 1992 e, oggi, gli Aborigeni stanno ancora aspettando la restituzione della maggior parte delle loro terre.
Il furto e la distruzione dei territori ancestrali hanno avuto su di loro un impatto sociale e fisico devastante. 
Le prime invasioni portarono con sé epidemie che sterminarono migliaia di Aborigeni, mentre molti altri furono massacrati per mano dei coloni.
Nell’arco di un solo secolo dall’arrivo dei colonizzatori, la popolazione aborigena si ridusse da un numero presunto di almeno un milione di persone a soli 60.000 individui.
Nel corso del ventesimo secolo, allo sterminio diretto si è sostituita una politica brutale, volta a togliere i bambini aborigeni ai loro genitori, per affidarli alle famiglie dei bianchi o ai collegi dei missionari, con l’obiettivo di sradicare ogni traccia della loro cultura e della loro lingua.
La "generazione rubata", così come gli Aborigeni stessi la definiscono, rimane una ferita aperta nel cuore di tutto il popolo aborigeno.
Gli Aborigeni sono ancora oggi oggetto di razzismo e violenze, e molti di loro vivono in condizioni disumane. 
Di conseguenza, soffrono un tasso di suicidi e mortalità infantile molto superiori a quelli del resto della popolazione, e hanno un’aspettativa di vita molto più bassa; inoltre, il numero degli Aborigeni in carcere è altissimo.
Nonostante l’abolizione del principio razzista della "terra nullius" avvenuta nel 1992, il governo australiano continua a fare di tutto per ostacolare le rivendicazioni territoriali degli Aborigeni.
Ciò nonostante, alcune tribù come quella dei Martu dell’Australia occidentale, sono finalmente riuscite a farsi riconoscere i diritti di proprietà sulle loro terre.


 

Survival ha raccolto fondi per alcuni progetti che aiutano gli Aborigeni a lasciare le città per ritornare nelle loro terre. Sosteniamo inoltre le cause che gli Aborigeni portano nei tribunali e in parlamento per vedersi riconoscere i titoli di proprietà delle loro terre in virtù del "Native Title" (Titolo Nativo).
Survival ha anche dato il proprio sostegno alla campagna condotta dai Mirrar nei Territori del Nord contro l’apertura di una miniera di uranio sulla loro terra sacra: la campagna ha avuto successo e la compagnia mineraria ha per ora rinunciato al suo progetto.



 
 
 

India: Dalle origini ai Moghul, lingue.


"Io spiro come il vento, impossessandomi di tutti gli esseri. Con la mia grandezza ho varcato i confini del cielo e di questa terra"
( Rgvega, Autoelogio della Parola ).





A tutt'oggi sono 22 le lingue ufficialmente riconosciute nel Sub-continente, ma 24 sono quelle con oltre un milione di parlanti e più di duecento superano i 10.000.
La maggioranza delle lingue può essere suddivisa, in base all'origine, in due grandi gruppi:
quelle appartenenti al ramo indo-ario della famiglia indoeuropea, e quelle appartenenti alla famiglia gravidica.
Il primo gruppo comprende, storicamente, la lingua vedica, evolutasi poi nel sanscrito classico fissato dal grammarico Panini ( VI secolo a.C. ); e i pracriti, ovvero le lingue vernacolari dalle quali sarebbero derivate le lingue vernacolari dalle quali sarebbero derivate le lingue indù-arie odierne parlate nel Subcontinente.
Queste ultime sono: hindi, urdu ( lingua ufficiale nel Pakistan ), panjabi, bengali, gujarati, marathi, nepali e singalese.
Altre lingue indoiraniche sono  il pashto e il farsi ( persiano ) che fu lingua di corte e di cultura in epoca moghul.
La famiglia gravidica, di cui fanno parte il tamil e il telegù è presente nell'India meridionale e centro-meridionale, e riunisce circa un terzo dei parlanti del Subcontinente.
Sono inoltre presenti lingue appartenenti alle famiglie tibeto-birmane, sino-siamese e mundakhmer, in territori di limitata estensione.
Oggi le lingue ufficiali della Repubblica Indiana sono l'hindi e l'inglese.







sabato 6 ottobre 2012

Scienza-natura: La morfina verrà sostituita dal veleno del black mamba.




Il veleno di uno dei serpenti più letali del mondo potrebbe aprire la strada a una nuovo genere di antidolorifici. I composti, chiamate mambalgine, isolati nel veleno del mamba nero africano sarebbero infatti efficaci quanto alcuni oppiacei, compresa la morfina, senza però comportare come questi ultimi il rischio di stress respiratori e altri effetti collaterali.
"È incredibile che tutto ciò sia possibile grazie al veleno di uno dei serpenti più letali", commenta la responsabile della ricerca Anne Baron, dell'Institut de Pharmacologie Moléculaire et Cellulaire del CNRS francese.
Studi precedenti avevano mostrato che il veleno di alcuni serpenti contiene tossine che possono provocare dolore attivando canali ionici aperti all'acido (ASIC) nel sistema nervoso centrale e periferico. 
Baron e colleghi hanno scoperto che isolando i peptidi ribattezzati mambalgine il dolore diminuisce o scompare del tutto, individuando e inibendo alcuni ASIC all'interno del corpo.
Gli esperimenti finora sono stati condotti solo sui topi. 
"I meccanismi del dolore sono abbastanza simili tra noi e i roditori, e questo ci fa ben sperare che questi peptidi possano rivelarsi efficaci anche nell'uomo", dice Baron, il cui studio è pubblicato dalla rivista Nature.
Tossine naturali come farmaci, una lunga storia.
Il veleno dei serpenti e di altre creature come ragni e scorpioni viene da tempo impiegato a scopi farmacologici, e gran parte della ricerca moderna è concentrata proprio sulle possibilità di sfruttare queste sostanze a scopo curativo per un mercato più ampio.
Sostanze estratte da cobra, teste di rame, serpenti a sonagli e vipere possono avere effetti su un ampio raggio di malattie, dall'infarto al cancro. 




"Le tossine velenose animali hanno un elevato tasso di successo quando vengono trasformate in farmaci", afferma l'erpetologo e tossicologo Zoltan Takacs, Emerging Explorer di National Geographic nel 2010.
"E non c'è dubbio che questo sarà sempre più vero in futuro, con un numero sempre maggiore di tossine che verranno scoperte".
Le tossine animali sono particolarmente utili nella cosiddetta biomedicina, spiega Takacs, sia per selettività che per affinità. 
"Le tossine sono ottime sia per individuare l'obiettivo del farmaco", dice, "che come 'modello' per creare il farmaco effettivo".
Benché la scoperta sia incoraggiante, Takacs mette in guardia contro le speranze di un rapido utilizzo nell'uomo. 
"Per mettere a punto un nuovo farmaco, sono necessari 10 o 15 anni, un miliardo di dollari, e comunque non ci sono garanzie di successo", dice lo studioso.
Baron e colleghi hanno in programma di continuare le loro ricerche fino ai trial clinici, benché consapevoli che ogni passo avanti richiederà anni di lavoro.
Intanto però, afferma Baron, hanno ottenuto un brevetto e la società produttrice di antidolorifici Theralpha è già al lavoro sui composti ricavati dai serpenti.





Le grandi scoperte: Scoperta in Guatemala la tomba di una regina Maya.




La tomba è stata scoperta durante gli scavi della reale città Maya di El Perú-Waka 'nel nord-ovest Petén, Guatemala, da un team di archeologi guidati da Washington University di St. Louis' David Freidel, co-direttore della spedizione.
Un piccolo vaso di alabastro scolpito trovato nella camera sepolcrale ha consentito agli archeologi di concludere che la tomba era quella di una regina Maya.
Il vaso bianco è scolpito come una conchiglia, con la testa e il braccio di una donna anziana che emerge dall'apertura.





La rappresentazione della donna, matura, con una faccia rivestita e una ciocca di capelli di fronte a un orecchio, e quattro glifi scolpiti nel barattolo, ha fatto capire agli archeologi che il barattolo era appartenuto ad una tribuù Maya detta di K'abel.
Sulla base di questa e di altre prove, compresi recipienti di ceramica rinvenuti nella tomba e la stele posta all'esterno, si è capito come la tomba sia stata la sepoltura di una Regina di quella razza o di un personaggio di alto rango.
Freidel dice che la scoperta è importante non solo perché la tomba è quella di una figura notevole di portata storica nella storia Maya, ma anche perché la tomba appena scoperta è una situazione rara in cui idocumenti archeologici Maya e quelli storici si incontrano.