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venerdì 19 aprile 2013

Namibia: Svelato il segreto dei "cerchi delle fate".






Le termiti della specie Psammotermes allocerus aumentano le proprie chance di sopravvivenza nel deserto della Namibia producendo i caratteristici “cerchi delle fate”, zone circolari di terreno arido circondate da erba perenne. Si tratta di una complessa opera ingegneristica: distruggendo la vegetazione effimera che compare dopo le piogge, le termiti creano le condizioni per una maggiore permanenza dell’umidità nel sottosuolo che favorisce anche la biodiversità locale.
Sono le termiti a creare i misteriosi “cerchi delle fate” (fairy circle), costituiti da due zone concentriche, un centro arido e una fascia di erba perenne intorno, che si osservano nel deserto delle coste sud-occidentali dell’Africa. 
A risolvere il mistero di queste formazioni, che possono durare decenni, è stato Norbert Juergens, ricercatore del Biocenter Klein Flottbek dell’Università di Amburgo, in Germania, dimostrando che queste peculiari condizioni del suolo sono determinate dalla presenza di termiti della specie Psammotermes allocerus. Queste termiti vivono nella sabbia e attraverso un’opera di “ingegneria del territorio” adattano l’ambiente alle proprie esigenze, incrementando indirettamente anche la biodiversità locale.
Le prime osservazioni dei cerchi, che si presentano lungo un stretta fascia di territorio che percorre il margine orientale del deserto della Namibia, dall’Angola fino alla parte nord occidentale del Sudafrica, hanno dato origine a numerose ipotesi. 

Tra le diverse possibilità considerate, la presenza di piante velenose oppure di insetti, quali formiche o appunto termiti, in grado di alterare localmente l’ecosistema del suolo, ma i test condotti sul campo non hanno mai dato indicazioni in grado di confermarle.






Juergens ha analizzato un'ampia base di dati su caratteristiche ambientali, biologiche e geografiche della zona, misurando inoltrepersonalmente per quattro anni il contenuto di umidità all’interno dei cerchi fino a 60 centimetri di profondità e raccogliendo dati per valutare la presenza di organismi associati ai cerchi in tutta l’area geografica interessata.
Ha così scoperto che l'unica specie di insetti associata alla quasi totalità dei cerchi studiati era Psammotermes allocerus, una specie di termiti che, a profondità che variano da pochi decimetri, costruisce nidi e gallerie sotterranee, riscontrate sua direttamente sotto l'area interna dei cerchi sia intorno a essa.
Juergens è riuscito a documentare che la caratteristica conformazione dei cerchi è frutto dell'opera delle termiti, escludendo che questi insetti abbiano solo il ruolo di colonizzatori di strutture preesistenti. Le due zone concentriche sono infatti frutto dell’attività degli insetti e sono funzionali alla loro sopravvivenza.




Le termiti rimuovono la vegetazione effimera che cresce dopo le precipitazioni annuali, impedendo la traspirazione dell’acqua; l'umidità così viene trattenuta più a lungo nel sottosuolo, favorendo la sopravvivenza degli insetti nell'ambiente desertico. 
Inoltre, quest'opera  favorisce indirettamente, nella fascia circolare intorno alla zona arida, la crescita di erba che, non trovando specie vegetali in competizione, può permanere per tutto l'anno.
La presenza di una zona di vegetazione perenne, che ha dimostrato di resistere per decenni anche alle più severe condizioni di siccità, inoltre aumenta considerevolmente la biodiversità locale, attraendo numerose specie di formiche, api, e piccoli mammiferi.