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martedì 19 marzo 2013

Mondo Sommerso: Una spiegazione al mistero dei "calamari volanti".





È confermato: alcune specie di calamaro volano fuori dall'acqua anche per 30 metri per sfuggire ai predatori marini. Ma come fanno? Gli oceani sono uno dei luoghi meno studiati della Terra, e riservano ancora molte sorprese.
Una di queste viene da una ricerca condotta di recente dall'Università di Hokkaido, pubblicata sulla rivista Marine Biology, che ha dimostrato e spiegato qualcosa che finora era stato solo raccontato come divertente aneddoto: alcune specie di calamari oceanici - molluschi della famiglia Ommastrephidae - sono effettivamente in grado spiccare il volo e planare per distanze relativamente lunghe.
Ricorrendo a un potente sistema di propulsione a getto, alcune specie di calamari infatti sono in grado di uscire dall'acqua e spiccare il volo; si tratta di un camportamento abbastanza comune negli oceani. Tuttavia, è stato osservato scientificamente molto di rado: la maggior parte degli studi si basano appunto su racconti di terza mano e scarsissima documentazione fotografica.
Lo studio dell'università giapponese si basa su una sequenza fotografica nel Pacifico nordoccidentale, e mette in luce come, durante il volo, i calamari cambino volontariamente postura e atteggiamento a secondo della fase del volo e della distanza dall'acqua. Ma come fanno a passare dalla fase del nuoto a quella del volo?.






La ricerca descrive quattro fasi: lancio, spinta a getto, volo a planare e tuffo. Mentre nuotano, i calamari si riempiono d'acqua. Poi si lanciano in aria espellendo un forte getto d'acqua dal corpo. Una volta lanciato da questa spinta a getto, gli invertebrati allargano le "pinne" e i tentacoli a formare delle ali. I calamari hanno una membrana tra i tentacoli simile a quella dei piedi palamati delle anatre.  Ciò li aiuta a creare maggior attrito con l'aria e a consentire il volo planato.
I calamari planano a una velocità di 11,2 metri al secondo. Per fare un confronto, il velocista giamaicano Usain Bolt, vincitore della medaglia d'oro alle ultime olimpiadi, raggiunge i 10,31 metri al secondo. Gli invertebrati restano in aria per circa 3 secondi coprendo circa 30 metri in ogni volo.  
Mentre è in aria, il calamaro non si limita a planare passivamente, ma cambia posizione a secondo dalla distanza dall'acqua e della fase del volo. Dopo aver planato sull'acqua, l'animale ripiega pinne e tentacoli per minimizzare l'impatto al momento di rituffarsi nell'oceano. 
Gli studiosi hanno documentato gruppi di oltre venti animali che volavano assieme. Ma perché lo fanno? Gli studiosi giapponesi sono convinti che questo comportamento serva a sfuggire ai predatori: una tattica usata anche dai pesci volanti.  Ma se spiccare il volo consente ai calamari di sfuggire ai predatori marini, li espone a un altro genere di predazione: quella da parte degli uccelli marini. Come dire, dalla padella alla brace.