Dalla parte più interna della Sicilia, attraverso le dorsali dei Monti Iblei ed Erei, si attraversano svariati paesaggi e caratteristici centri, fino al mare.
Così si presenta questo itinerario che da Caltagirone, cittadina sfavillante per i mille colori delle sue ceramiche, si inoltra fino a Enna, "ombelico di Sicilia".
Ci accoglie, infine, Agrigento, per immergerci nel fascino dell'Antica Grecia.
Alta sui colli in posizione pittoresca tra i Monti Iblei e gli Erei, Caltagirone è detta anche la "città della ceramica" per la rinomata produzione di maioliche e terracotte.
Il pittoresco centro storico mostra a ogni angolo raffinate decorazioni in maiolica che adornano davanzali, balaustre e balconate in uno sfavillare di colori.
Celebre la lunga scalinata seicentesca, ricoperta di ceramica policroma, che porta a S. Maria del Monte.
Questa chiesa, edificata originariamente nel 1100 ma successivamente rifatta nel 1700, conserva la venerata immagine della Madonna dei Conadomini (XIII sec.).
Nella centrale Piazza Umberto I si affacciano il Palazzetto della Corte Capitaniale (XVI-XVII sec.), a un piano con portali e finestre decorati da motivi scultorei, e il Duomo, fondato in epoca normanna e rifatto nell'800.
Interessante la Chiesa di S.Giacomo, ricostruita alla fine del '600, con varie opere scultore dei Gagini (XVI sec.).
Infine si visita il Museo Regionale della Ceramica, a cui si accede dal cosiddetto Teatrino, grazioso edificio del 1792 abbellito da motivi di maiolica policroma; il museo testimonia la storia della ceramica siciliana dalla preistoria fino a oggi.
Imboccata la S.S. 124 ci dirigiamo verso Piazza Armerina e, dopo un percorso di 26 chilometri, una deviazione sulla sinistra ci porta alla Villa del Casale, una delle più belle dimore patrizie di epoca romana.
Composta da quattro gruppi di edifici, posti su livelli differenti, la villa (IV sec. d.C.) sembra essere stata la residenza di caccia del tetrarca Massimiano Eracle.
Gli splendidi mosaici pavimentali decorati con tigri ed elefanti fanno pensare ad abili maestranze cartaginesi.
A 6 chilometri raggiungiamo Piazza Armerina, località di villeggiatura in posizione elevata, circondata da boschi, frutteti e oliveti.
Domina l'abitato l'imponente mole del Duomo, fondato nel 1927 da Orazio Torriani, che presenta una grande facciata barocca e un campanile con tracce della precedenza costruzione quattrocentesca di stile gotico-catalano.
All'interno sono conservati un Crocifisso di autore ignoto, dipinto su tavola nel 1485, e sopra l'altare maggiore una Madonna bizantineggiante, che secondo la leggenda fu donata da papa Nicolò II al conte Ruggero il Normanno (1509) come auspicio per la liberazione della Sicilia dai Saraceni.
Meritano una visita anche il Castello Aragonese, del XIV sec., voluto da Martino I re di Sicilia, e le chiese di S.Pietro (XVII sec.), di forme tardorinascimentale, e di S.Andrea (1096), appena fuori dall'abitato, con interessanti affreschi (XII-XV sec.).
Ci immettiamo sulla S.S. 117 bis e dopo circa 20 chilometri, all'altezza del lago di Pergusa, imbocchiamo la S.S. 561 per Enna (a 10 chilometri).
Il capoluogo più alto d'Italia (m.948), nel cuore della Sicilia, ha origini antichissime, dovute alla sua posizione strategica (il poeta greco Callimaco chiamò Enna "l'ombelico della Sicilia"); fu fortezza in epoca bizantina e città cara a Federico II di Svezia e a Federico II d'Aragona.
Nella parte alta dell'abitato sorge il Castello di Lombardia, eretto in epoca sveva, sul quale domina la Torre Pisana, da cui si gode il più vasto panorama della Sicilia.
Degno di nota il Duomo, edificato nel '300 e rimaneggiato nel '500, che custodisce all'interno ricche decorazioni a stucco e arredi barocchi.
Di fronte merita una visita il Museo Alessi, dove è conservato il tesoro del tempio, materiale greco-romano e pitture bizantine.
Dall'alto, di una collina, occupata dal Giardino Pubblico, svetta infine l'ottagonale Torre di Federico II di Svezia, alta 24 metri e costruita nel XIII secolo.
Ripresa la S.S.117 bis per 11 chilometri ci immettiamo sulla S.S. 122 e, dopo 19 chilometri, raggiungiamo Caltanisetta, città d'aspetto moderno, tra belle colline.
Poco è rimasto di antico: lo stesso castello non è che un ammasso di ruderi; cuore della città è Piazza Garibaldi ornata dalla moderna Fontana del Nettuno, su cui si affacciano la chiesa di S. Sebastiano e il Duomo (1570-1622) di epoca barocca, dagli interni riccamente decorati da stucchi e affreschi settecenteschi di Guglielmo Borremans.
Poco lontana c'è la chiesa di S. Domenico, edificata nel XVIII sec. su una preesistente costruzione quattrocentesca; all'interno sono custoditi i "Misteri", statue di cartapesta portate in processione il Giovedì Santo.
Sempre nel centro si trova S. Agata, chiesa gesuita seicentesca, con l'interno ricco di intarsi marmorei e pale scolpite; tra i palazzi ricordiamo il grandioso Palazzo Moncada (1625), oggi sede del Comune, rimasto incompiuto.
Infine nel Museo civico Archeologico è di grande interesse la collezioni di reperti provenienti da scavi effettuati nel territorio.
Dopo 23 chilometri lungo la S.S. 640 deviamo a sinistra per una sosta a Canicattì (7 chilometri), disposta ad anfiteatro fra estesi vigneti, mandorli e ulivi.
Di in certo interesse alcune chiese cittadine di stile barocco: S.Francesco, San Diego, del Purgatorio, dello Spirito Santo e della Badia.
Tornati sulla S.S. 640 attraversiamo campagne deserte, con i resti delle antiche cave di zolfo, che facevano di quest'isola la prima produttrice al mondo.
Arriviamo quindi ad Agrigento (40 chilometri), famosissima città arroccata su una collina a dominare la Valle dei Templi e il mare.
Sfigurata dall'edilizia più recente, la città moderna conserva solo poche testimonianze di epoca medioevale e barocca come il Duomo, eretto nell'XI sec., rimaneggiato nel '600, accompagnato dal tozzo campanile trecentesco e decorato da elementi architettonici d'ispirazione gotico-catalana e arabo-normanna.
Di grande interesse anche l'antica Abbazia di S.Spirito (XIII sec.), che ha mantenuto l'originaria impronta gotica, mentre gli interni sono decorati a stucchi.
Il vasto e incredibile complesso archeologico noto come Valle dei Templi, che comprende anche un quartiere ellenistico-romano, è il segno più evidente della civiltà greca in Sicilia.
L'antica Akragas fu fondata nel 581 a.C., per opera di coloni provenienti da Gela, e raggiunse tanta importanza, ricchezza e potenza, che Pindaro la definì "la più bella città dei mortali".
Nel III secolo a.C. fu conquistata dai Romani, che la chiamarono Agrigentum, e dopo varie invasioni cadde sotto il dominio dei Bizantini e poi degli Arabi (827).
Tutti i templi sono costruiti in tufo arenario di color giallo-dorato.
Lungo la suggestiva passeggiata archeologica ai piedi della città si incontra prima il quartiere ellenistico-romano, originario del IV-III sec a.C., e in uso fino al V sec.d.C., che testimonia l'organizzazione dell'antica città, con le sue vie, le botteghe, le abitazioni, i pozzi e i canali di scolo.
Nei pressi sorge la chiesa S. Nicola, eretta nel XIII secolo dai Cistercensi dove si trovava un antichissimo luogo di culto.
Più avanti si raggiungono i grandiosi resti del Tempio di Giove, di Castore e Polluce, di Ercole, della Concordia, di Giunone.
Merita assolutamente una visita il vicino Museo Archeologico che raccoglie i reperti rinvenuti nella Valle dei Templi, tra cui collezioni di ceramiche, statue ex voto e monete.
Da segnalare Telamone, unico superstite fra le gigantesche figure che sostenevano la trabeazione del Tempio dedicato a Giove Olimpico.