Tragedia della montagna nella notte sul Manaslu, nella catena dell'Himalaya in Nepal, dove una valanga ha travolto una spedizione di 35 alpinisti.
Sono 13 le vittime tra cui un italiano, il milanese Alberto Magliano.
"Dalla montagna si è staccato un seracco e ha innescato la caduta di una montagna di neve che purtroppo ha coinvolto le tende del 'campo 3'", ha raccontato a SkyTg24 un amico degli alpinisti italiani, Marco Confortola.
Altri italiani della spedizione erano invece rientrati sabato al 'campo base'.
Si tratta di una delle peggiori tragedie accadute in Himalaya-Karakorum, nel 2008 sul K2 morirono 11 alpinisti per il crollo di un seracco.
Alcuni alpinisti recuperati sono stati portati a Kathmandu in elicotteri per le cure, ma almeno 8 feriti sono rimasti bloccati al 'campo base' perché gli elicotteri non sono riusciti a levarsi in volo, a causa della scarsa visibilità e del maltempo. Manaslu, una delle vette più alte del mondo, è anche considerata una delle più pericolose, costata la vita a decine di alpinisti e conquistata da poche centinaia.
Magliano era un alpinista molto esperto che, pur avendo iniziato a praticare tardi lo sport (a 36 anni), aveva conquistato le cosiddette Seven Summits. "
A chi mi chiede cosa significhi per me la montagna", scriveva Magliano sulla sua homepage, "ho sempre risposto che è innanzitutto il luogo della mia libertà".