sabato 9 marzo 2013

Guido Mattioni: Ascoltavo le maree




"Un viaggio nell'anima che evoca in chi legge, ora gli echi della dolcezza solipsistica dello Stendhal viaggiatore, ora le velature dei paesaggi trasognati di Piovene e Comisso”. 
A scrivere così del romanzo Ascoltavo le maree, di Guido Mattioni (Ink editore, Milano), è la professoressa Olimpia Pelosi, docente di Lingue e Letterature romanze alla New York State University di Albany, nella recensione apparsa alla fine dello scorso anno sulla prestigiosa rivista Annali di Italianistica, edita dalla Chapel Hill University (North Carolina), indiscussa culla degli studi letterari negli States nonché ateneo più antico d’America (è stato fondato nel 1789).
I paesaggi ai quali Mattioni dà corpo e spirito nel suo romanzo ("Per me non valgono il ruolo di semplici scenari inanimati del racconto, bensì quello di fondamentali co-protagonisti del medesimo”, spiega l’Autore) sono in realtà geograficamente ben lontani sia da quelli genericamente italiani amati e descritti dallo scrittore di Grenoble, sia da quelli più puntualmente veneti - e per questo a loro visceralmente “familiari” - dei due narratori nostrani. 
Sono lande lontane, molto lontane, che si stendono oltre l’Atlantico. 
Parliamo della costa sud orientale degli Usa, di quella Georgia sensualmente salmastra che una volta entratati dentro, parafrasando la celebre canzone di Ray Charles, rimarrà “always in your mind”. 
Sono lande odorose d’Oceano che respirano al ritmo regolare delle maree, terre ricoperte da una fitta e rigogliosa vegetazione sub tropicale che passa dalla multicolore esplosione floreale delle ventuno piazze dell’antica e cortigiana Savannah, all’atmosfera gotica, quasi inquietante quando scende il buio vero, delle sue foreste più fitte, umide e inestricabili.
Detto questo, è opportuno ricordare come Guido Mattioni non abbia un trascorso da romanziere, questo è il suo esordio, ma si porti comunque sulle spalle 35 anni di giornalismo professionale ad alto livello nel corso dei quali è passato dalle responsabilità di desk (arrivando fino alla vicedirezione di un importante mensile di Economia) alla ben più amata libertà dell’inviato speciale. 
Una carriera iniziata con l’assunzione e la chiamata a Milano da parte di un certo Indro Montanelli quando Guido era soltanto un ragazzo di provincia, già in fregola di giornalismo, che dettava quasi quotidianamente agli stenografi pezzi su pezzi come corrispondente locale del Giornale dal Friuli terremotato dopo il sisma del 1976. 
Del giornalismo attivo, dopo il prepensionamento forzato a fine 2011 per quei problemi di bilancio che accomunano ormai tutta l’editoria nazionale, lui dice di non sentire più la mancanza. “Ho amato quel lavoro come poche altre cose al mondo, ma quando mi hanno indicato l’uscita perché la legge a favore dell’editoria mi imponeva così, ho chiuso serenamente una porta alle mie spalle e ho aperto con entusiasmo giovanile un portone davanti a me. 
Scrivere romanzi era il mio sogno, ma mai realizzato per i troppi impegni di lavoro. 
Ora, finalmente libero, l’ho invece potuto coronare. 
Anche perché sono convinto che se sognare a vent’anni è un diritto inviolabile, farlo alla mia età, a sessanta, diventa invece un dovere. 
Sognare è qualcosa che tutti dovremmo concedere a noi stessi. 
Anzi, io dico che si tratta di una materia che dovrebbe essere insegnata nelle scuole. Invece…”
Lui, oltre che sognatore, è per sua stessa ammissione "un maledetto bastian contrario", al punto che la maestra delle elementari chiedeva spesso a sua mamma - “Povera donna!” - insegnante pure lei: “Ma signora, anche a casa suo figlio è così polemico?” 
La puntualizzazione è d’obbligo per comprendere la genesi e la storia dell’attività di Mattioni come romanziere. 
Contrariato infatti dalla “non risposta” di due importanti editor alla sua email di semplice presa di contatto - “Io tollero tutto, ma non la villania di uno che ha presumibilmente almeno vent’anni meno di me”, taglia corto - e conoscendo che cosa si stesse muovendo nel settore in giro per il mondo, specie negli Usa, lui si è autoprodotto il romanzo in versione ebook da solo, da casa, copertina compresa, perdipiù a costo zero. 
“Per questo l’editoria tradizionale odia gli autori self published, i cosiddetti Indies, perché sono la prova provata della loro non indispensabilità”.




Non contento, e dato che la storia si svolge appunto negli Stati Uniti, Guido ha fatto anche tradurre professionalmente il romanzo in inglese. 
E proprio quella inglese, pur se di sole 24 ore, è stata la versione che ha messo online per prima. Cosa che, a ben vedere, è un altro stravolgimento delle regole. 
La tradizione vuole infatti che prima un autore pubblichi la propria opera in italiano e che solo un bel po’ di tempo dopo - in media anni - venda i diritti all’estero. 
“Il fatto è che io sono rimasto ancora quel bambino che polemizzava con la maestra delle elementari. 
Ma non è per dispetto o per ripicca, io in fondo sono un buono - spiega divertito -. 
Il fatto è che penso e credo che la polemica, il dibattito, il confronto, la critica siano la sola palestra per mantenere attiva e sempre in esercizio l’intelligenza. Per questo non sono mai riuscito ad avere casacche politiche da indossare, ma nemmeno bandiere sportive da sventolare. 
Essere tifoso, anche banalmente di una squadra di calcio, conduce persone anche brillanti ad abdicare al dovere che abbiamo di vedere la verità là dove la verità è palese. 
Ho sentito invece amici, seri e brillanti professionisti, giustificare la sconfitta della propria squadra del cuore con la ridicola scusa che “il terreno era pesante”. 
All’ovvia e spontanea domanda, ovvero su quale campo giocasse l’altra squadra - una metà asciutta? - non sanno rispondere. Alzano le spalle seccati e tirano via, perché la ‘mamma’ sportiva non si tocca, non si può mettere in discussione”.
Essere bastian contrari, o quanto meno seguire i sentieri non battuti dalla massa, può essere forse scomodo, se non proprio faticoso, ma alla fine dei risultati li porta. 
Non a caso Guido, con il suo romanzo in inglese - Whispering Tides - nel corso del 2012 ha raccolto importanti successi in terra americana. 
Soprattutto considerando che era un autore autoprodotto, senza una casa editrice alle spalle. Eppure ha concluso come Finalista sia i Global eBook Awards di Santa Barbara (California), sia gli USA Best Book Awards di Los Angeles. 
“Nell’uno e nell’altro caso ho mandato il mio file online, insieme ai 60 dollari di iscrizione, come hanno fatto tutti gli altri. 
I giurati hanno letto e gli deve essere piaciuto, tutto qui. 
Nessuno mi ha raccomandato, ma addirittura nessuno là mi conosceva, né io a mia volta conoscevo loro”. 
In entrambi i casi era perdipiù l’unico autore italiano iscritto su un migliaio abbondante di concorrenti di tutto il mondo in ciascuno dei due contest
Non solo: la versione originale del suo romanzo, quel Ascoltavo le maree che è appena uscito nelle librerie italiane in versione cartacea, stavolta con un editore vero, è stata adottata come testo di lettura e di esercitazione per i corsi di Italiano dal Modern & Classical Languages Department della Georgia State University di Atlanta. 
E lo stesso è successo con la Learn Italy di Massimo Veccia, la prima scuola di Italiano a capitale 100% italiano operante negli Stati Uniti attraverso le sedi operative di Manhattan (New York), New Jersey e Miami (in via di apertura San Francisco).
Tornando però al libro e a quello che racchiude e narra, rubiamo le parole scritte da Toni Capuozzo, il conduttore del programma “Terra!”, che compaiono sulla quarta di copertina come endorsement. 
O, per dirla in italiano, come invito alla lettura: “Ascoltavo le maree è innanzitutto una storia tragicamente bella. Per uno strizzacervelli potrebbe essere il diario di una lenta elaborazione del lutto. Per il critico letterario il romanzo di formazione a una seconda maturità. Per me resta un’affabulazione, fantastica e da manuale insieme, su come ognuno di noi possa riemergere scoprendo la preziosità delle piccole cose senza seppellire il ricordo di quello che si è stati. 
E ritrovando, nella curiosità per gli altri, se stessi.




” Romanzo definito negli Stati Uniti come “una favola adulta che commuove e fa sorridere”, il libro di Mattioni è una storia senza accadimenti travolgenti o personaggi irreali (né vampiresse né maghetti, vivaddio!), ma forte invece della straordinarietà che contraddistingue proprio i fatti della vita ordinaria, di ogni giorno. 
Quella che il protagonista, Alberto Landi, in fuga dall’Italia dopo la scomparsa tragica e improvvisa della moglie Nina, cerca di ricostruire in un piccolo angolo del Sud degli Usa da lui profondamente amato: la bellissima Savannah, appunto, uno scenario da sequel di “Via col vento” che l’Autore conosce forse meglio dei locali frequentandola ininterrottamente dal 1991 ed essendone cittadino onorario dal 1998.
In merito al finale, glissiamo. Non anticipiamo nulla. 
Pur non essendo un thriller, le ultime pagine di Ascoltavo le mareedanno a chi legge una forte sorpresa che sarebbe un delitto rivelare fin d’ora. 
Come ha scritto Susan Anderson, collega romanziera di Chicago, ma rispettata negli Usa anche per le sue ragionate ma appassionate recensioni su Goodreads, il più grande bookclub online del mondo (7 milioni di iscritti), “…sorpresa e felice in egual misura dalla sua conclusione, continuo a riflettere sul significato della storia e faccio fatica ad abbandonare l’esperienza di questo meraviglioso libro”. 

Greg Milani

Photo: qgphoto.





Ascoltavo le maree (216 pagine, 14 euro, Ink Editore, http://www.inkedizioni.com/), è in vendita in edizione cartacea sia nelle principali librerie italiane “fisiche” sia in quelle online.
È anche disponibile in versione ebook su www.bookrepublic.it