sabato 1 dicembre 2012

Africa: Popoli Akan


"Anche se l'uccello è piccolo, non lo si può inghiottire interamente".
(proverbio ashanti, Ghana).





Le popolazioni di lingua Akan sono stanziate fra Ghana e Costa d'Avorio.
I gruppi principali sono quelli degli Ashanti, dei Fante, Baulè, Abron, Anyi.
Malgrado le affinità linguistiche, i rapporti storici e la condivisione di certe forme d'arte, in particolare l'oreficeria, e di certi simboli di potere (seggi e tessuti), le differenze soprattutto per quel che riguarda l'organizzazione sociale e politica sono forti.
Mentre gli Ashanti, a partire dal XVII-XVIII secolo hanno stabilito uno stato monarchico e gerarchizzato, i Baulè hanno invece costituito società piuttosto egualitarie e individualiste che poggiano sulla famiglia estesa.
Nel XIX secolo il regno Ashanti mostrava la coesistenza di due sistemi di governo: uno di tipo "federale" che riguardava i rapporti fra il re di Kumasi e i capi dei dintorni e un'altro che si applicava alle popolazioni sottomesse e poggiava sull'operato di una burocrazia centralizzata che raccoglieva tributi e organizzava la manodopera, nell'agricoltura e per l'estrazione dell'oro, anche facendo usi di schiavi.





Originari del Ghana, i Baulè sono migrati in Costa d'Avorio, durante il XVIII secolo, nel periodo dell'ascesa ashanti, fondendosi con le popolazioni locali, da cui hanno appreso l'uso delle maschere, che sono invece assenti fra Ashanti.
Le popolazioni Akan hanno costruito la loro identità storica integrando gli apporti della cultura mussulmana (ma senza convertirsi all'islam) il cui influsso passava attraverso il commercio carovaniero transahariano e quelli europei che passavano dagli scali mercantili posti sul golfo di Guinea.




Figure Baulè (Costa d'Avorio). Seattle Art Museum

Le statue sono lo strumento con cui si placano i malumori degli sposi dell'aldilà rivolgendo loro offerte sacrificali.
Le forme stesse delle statue che rispondono ai canoni della bellezza baulè e la loro espressione serena e tranquilla hanno lo scopo di garantirne i favori.
Il lavoro dello scultore è diretto dall'indovino che raccoglie i desideri dell'amante dell'aldilà circa le forme con cui vuol essere ritratto.
Ad essere sottolineati sono la testa (sede della libertà, dell'intelligenza e della chiaroveggenza) e i caratteri sessuali con una certa predilezione per i seni e le natiche nella donna e per il torace e i polpacci nell'uomo.
Non sono tratti che rinviano a una bellezza intesa in termini puramente fisici: sono i caratteri che rimandano alla fertilità nella donna e all'attitudine al lavoro nell'uomo.



Maschera Baulè. Musée Barbier-Muller. Ginevra

Le maschere a due volti richiamano, il matrimonio del sole e della luna o i gemelli, il loro essere simili e nel contempo distinti, cosa che si evidenzia nella somiglianza e nel divero trattamento dei dettagli (acconciatura, scarificazioni).
Queste maschere compaiono in danze la cui finalità è il divertimento e celebrano eventi gioiosi; la nascita di gemelli è considerata come un evento benaugurante.
L'uso di colori differenti, rosso e nero, può indicare la diversità sessuale dei due gemelli ma non c'è un'associazione invoca e costante fra un determinato colore e un certo sesso; la pelle "rossa" è considerata la più bella e questo colore è visto come simbolo di purezza e bravura.





Seggio ligneo Ashanti (Ghana). Collezione privata

Il seggio incorpora parti dell'essenza spirituale della persona ed è quindi trattato con molta cura e non è mai lasciato incustodito; solo il legittimo proprietario vi si può sedere; alla sua morte viene seppellito con lui oppure, annerito, diviene nelle mani dei discendenti un altare dell'antenato.
I motivi geometrici e figurativi dei seggi rimandano a proverbi; in questo caso l'allusione è al "nodo della saggezza", ai problemi che si è chiamati a sciogliere attraverso la riflessione.
Nel vuoto della parte inferiore è spesso nascosta una medicina con funzioni e protettiva.
I seggi Ashanti scolpiti a partire da blocchi di legno monossidi (senza giunture), sono il simbolo del potere dei nobili e rimandano al seggio d'oro del re, che incarna l'unità della nazione astanti.