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Scientia Antiquitatis
venerdì 23 novembre 2012
Usa: Sierra Orientale. Rubati con seghe elettriche antichi pretroglifi degli Indiani d'America.
Incisioni rupestri che hanno accompagnato un luogo sacro degli indiani d'America nella Sierra orientale per migliaia di anni sono caduti preda di ladri moderni armati di seghe elettriche.
Almeno quattro incisioni rupestri, circa due metri di larghezza e 15 metri da terra, sono stati violati dalla lava come riferisce il Los Angeles Times.
Visitatori della zona, nota come Volcanic Tableland, hanno scoperto il furto e lo hanno riferito alla Federal Bureau of Land Management il 31 ottobre.
"Questo è stato il peggiore atto di vandalismo mai visto" a 750.000 ettari di terreno pubblico gestiti dall'ufficio campo BLM a Bishop , BLM archeologo Greg Haverstock ha detto al giornale.
I ladri devono aver utilizzato scale, generatori elettrici e seghe elettriche.
Oltre ai quattro sculture che sono stati rubati, uno è stato deturpato con tagli profondi segati su tre lati, e un altro è stato rimosso ma a quanto pare è stato rotto durante il furto ed è stato lasciato e appoggiato su un masso nei pressi di un parcheggio visitatori.
Più di 3.500 anni fa, i nativi americani hanno scolpito immagini di cacciatori, cervi e altri animali, disegni geometrici lungo un mezzo miglio della scarpata vulcanica.
Le immagini adornano centinaia di massi di lava.
Le incisioni rupestri hanno un valore di solo $ 500 a $ 1.500 sul mercato dell'arte illegale, ma non hanno prezzo agli Indiani d'America, hanno detto le autorità.
"Abbiamo ancora usato questo luogo sacro come una sorta di chiesa per educare i membri tribali e i bambini sui nostri legami storici e spirituali, "Paiute tribale storico conservazione " ha riferito l'ufficiale di Raymond.
"Così, i nostri anziani tribali sono sconvolti da quello che è successo qui."
I volontari hanno intensificato la sorveglianza presso il sito, che è quotata al Registro Nazionale dei luoghi storici.
La BLM offre una ricompensa di 1.000 dollari per informazioni che portino agli arresti.
La condanna per un crimine per danneggiamento o la rimozione di graffiti può essere di un anno di carcere e $ 20.000 di multa.
giovedì 22 novembre 2012
Giappone. Il massacro dei delfini a Taiji, ci ha rotto i coglioni.
Sino al 2003 questa caccia era sconosciuta fuori dal Giappone e solo una denuncia della Sea Shepherd Conservation Society la rivelò al mondo. Il governo giapponese, indignato, reagì posizionando sulla riva teloni e filo spinato per nascondere ciò che succede, posizionando cartelli per vietare la ripresa fotografica e filmata della mattanza e mettendo guardie a pattugliare la zona contro l'avvicinamento di chiunque volesse proteggere questi animali.
Nel 2010, però, il documentario premio Oscar “The Cove” ha mostrato al mondo ciò che accade a Taiji e, chissà per quale motivo, è stato bandito in Giappone. Questo documentario, ideato dall’ex addestratore di delfini Ric O’Barry e diretto da Louie Psihoyos, è stato girato in segreto per cinque anni. Grazie ad appostamenti notturni, telecamere nascoste, elicotteri telecomandati e immersioni clandestine, “The Cove”, ha documentato per la prima volta l’atroce brutalità di questa mattanza e ci mostra quali sono le reali condizioni di vita dei delfini in cattività, di come queste meravigliose creature soffrano a vivere rinchiuse nelle piscine, destinate ad esibirsi per dilettare gli uomini ed i bambini.
I pescatori giapponesi si posizionano sulle rotte migratorie dei delfini. Una volta avvistati, immergono in acqua lunghi tubi d'acciaio che, percossi, producono un suono che interferisce con l'abilità di orientamento dei delfini. I pescatori, poi, li spingono verso un'ampia baia che viene chiusa da spessi strati di rete. Per evitare che fuggano, i pescatori infliggono gravi ferite ad alcuni esemplari: i delfini sono animali estremamente socievoli e non abbandonerebbero mai un membro della famiglia ferito o in difficoltà.
Questi delfini vengono lasciati per giorni nella baia. Il giorno della mattanza vengono spinti nell'acqua bassa vicino alla spiaggia e qui vengono brutalmente uccisi. I pescatori usano arpioni e uncini per colpire gli animali. Ogni esemplare impiega dai 6 ai 20 minuti per morire dissanguato o soffocato, mentre gli altri membri del branco nuotano freneticamente intorno ad esso urlando di dolore.
I corpi vengono poi portati in un centro di macellazione e la carne viene venduta in tutto il Paese, spesso spacciata per carne di balena. Il governo giapponese, però, tace sul fatto che questa carne sia inquinata da concentrazioni elevatissime di mercurio.
Il settore della caccia dei delfini dedito al consumo della loro carne, di per sé, non è molto remunerativo per i pescatori giapponesi. In realtà ciò che si nasconde dietro al massacro di Taiji, è l’industria della cattività dei delfini: è un settore miliardario, basti pensare che ogni delfino viene venduto a circa 150.000 dollari.
Alcuni esemplari vengono scelti per essere venduti ai delfinari o agli acquari di tutto il mondo. I pescatori tendono a scegliere giovani madri per questo scopo: una volta individuate, le spingono verso la riva e fuori dall'acqua separandole dai piccoli, che poi vengono uccisi.
Quasi la metà dei delfini che vivono in cattività, però, muore nel giro di due anni, chi sopravvive, non vive più di 7 anni, mentre, gli esemplari che vivono in libertà, raggiungono anche i 45 anni di vita. La vita in ambienti asettici come i delfinari rende le loro difese immunitarie deboli e facilmente attaccabili. I delfinari, inoltre, non hanno alcun carattere scientifico e didattico ma danno una visione distorta della vita in cattività degli animali, facendoli apparire felici e giocosi, in realtà ciò che loro fanno è solo il riflesso di sfruttamento e torture perché, addestrati con il sistema della deprivazione alimentare, sono costretti ad eseguire correttamente gli ordini impartiti dall'addestratore. Le fantomatiche ricerche scientifiche condotte nei delfinari sono una copertura delle attività commerciali che sfruttano i delfini.
Il celebre biologo marino Jacques Cousteau diceva: “senza alcuna conoscenza delle malattie che avremmo potuto trasmettere loro li abbiamo costretti ad abituarsi a recinti piccoli ed angusti. Senza alcuna conoscenza della loro sensibilità ai suoni, abbiamo dato per scontato che si sarebbero abituati ad un ambiente chiuso, in muratura. Allora non ne sapevamo abbastanza. Oggi dopo 30 anni di esperienza di mammiferi marini in cattività, ne sappiamo molto di più. Tuttavia continuiamo a cacciarli, isolarli ed esibirli a fini di lucro. È ora che queste pratiche finiscano.
”Nonostante le migliaia di lettere, email e proteste, il governo giapponese permette che questo orrore continui. Ora però, lo spazio della baia non è più recintato e protetto e, dal 2010, volontari di Sea Shepherd Conservation Society sono presenti a Taiji per l’intera stagione per documentare ogni giorno di caccia attraverso immagini e racconti, per far sì che questo brutale massacro sia sempre sotto gli occhi dell’opinione pubblica, per far sì che venga definitivamente fermato il prima possibile.
Per assistere ad un vero spettacolo con i delfini, per poterli osservare mentre si divertono e nuotano in mare aperto, basta cerca su internet la parola “dolphin watching” e scoprirete una forma alternativa, più bella e sicuramente meno crudele di interagire con loro.
Ogni persona che assiste ad uno spettacolo di delfini finanzia con i propri soldi questo massacro.
La Redazione.
Video: Trailer "The cove".
Per ulteriori informazioni, per dire basta a questo massacro, visitate questi siti web:
martedì 20 novembre 2012
Africa popoli: Fulbe (Peul).
"Se la Terra gira, tu gira con lei".
(proverbio peul, Mali).
I Fulbe, che i francofoni chiamano Peul e gli anglofoni Fulani, sono una popolazione di pastori (circa sei milioni di persone), in parte nomadi e in parte sedentarizzati, sparsi in tutta l'Africa occidentale, dal Senegal al Cameroun.
Gli europei, guardando ai loro tratti fisici e alla loro lingua misteriosa hanno a lungo speculato sulle loro origini collocandole di volta in volta in India, Malesia, Polinesia, antico Egitto ed Etiopia o vedendovi degli indoeuropei di origine zigana.
I Fulbe che hanno continuato a praticare la transumanza rimanendo legati ai modi di vita tradizionali si sono diffusi pacificamente convivendo con le diverse popolazioni incontrate alle quali forniscono prodotti caseari in cambio di prodotti agricoli e oggetti artigianali.
Molto apprezzate sono le coperte di lana (khasa) che sono tessuti dalla casa dei Mubute.
I Fulbe che si sono urbanizzati e convertiti all'islam hanno invece edificato, con politiche di conquista, stati centralizzati basati sulla legge coranica come quelli di del Fouta Jallon (Guinea), di Macina (Mali), di Sokoto nella Nigeria settentrionale, dove prendono anche il nome di Bororo, edell'Adamawa (cameroun).
In Nigeria, in particolare, il loro potere si impose sulla città-stato degli Hausa, nate dal riallineamento verso est delle piste carovaniere trans-shariane in seguito all'invasione nel 1591 dell'impero shongay a opera dei marocchini.
La vita nomade non consente la produzione e il possesso di molti beni materiali, perché sono un fardello che limita la libertà di spostamento, le arti sono soprattutto quelle della parola (la poesia) e della cura dell'aspetto della propria persona.
Acconciature, gioielli e abbigliamento sono l'oggetto di una cura costante.
Aristocratici refrattari al lavoro manuale, i Fulbe realizzano i loro desideri estetici servendosi degli artigiani di altre etnie.
Anelli, bracciali e cavigliere (in oro, rame o argento) denotano l'età e la condizione sociale della donna: a ogni nuova nata la madre leva una parte degli anelli dandoli alle figlie per poi togliersi definitivamente quando la più grande raggiunge l'età di dieci-dodici anni.
L'attenzione alla bellezza del corpo da parte dei Fulbe (Bororo) raggiunge il suo momento culminante in occasione dei festival (gerewol) che si tengono durante la stagione delle piogge quando i pastori di diverse clan si riuniscono e i giovani si sfidano danzando in concorsi di bellezza per conquistare le ragazze.
Si indossa un copricapo decorato con una striscia di cauri e una piuma di struzzo.
Gli occhi, altro fattore chiave della bellezza, vengono continuamente sgranati.
Il volto è dipinto e reso brillante spalmandovi del burro.
Le labbra vengono annerite e alle estremità vengono dipinti motivi lineari, o triangoli e punteggiati; questo aumenta il contrasto con la bianchezza dei denti, che sono gli elementi chiave della bellezza maschile, e che vengono costantemente messi in mostra con un sorriso ostentato.
Clima: Le coste della Groenlandia sempre più povere di ghiacci.
Sciolte 200 miliardi di tonnellate di ghiaccio in 10 anni.
E’ in difficoltà la seconda distesa di ghiaccio più grande del mondo.
A causa dell’aumento della temperatura la Groenlandia ha perso 200 miliardi di tonnellate di ghiaccio nel periodo compreso tra aprile 2002 e agosto 2011.
Le più soggette a scioglimento sono le coste di Sud-Est e Nord-Ovest. Lo dimostra lo studio pubblicato sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas, e condotto da Christopher Harig e Simons Frederik, dell’università americana di Princeton.
A fornire i dati agli studiosi sono statidue scanner 'spaziali', ovvero la coppia di satelliti della missione Grace (Gravity Recovery Experiment and Climate), il programma di osservazione spaziale gestito dalla Nasa e dell’Agenzia spaziale tedesca (Dlr), il cui scopo è di raccogliere dati sulla gravità.
''In questo studio abbiamo individuato la distribuzione spaziale della perdita di ghiaccio, spiega Harig, e si osserva chiaramente la separazione tra queste regioni e le loro variazioni di massa nel corso del tempo''.
Nel periodo 2003-2004 la perdita dei ghiacci si è concentrata lungo tutta la costa orientale della Groenlandia, nei due anni successivi è diminuita a Nord-Est, ma è aumentata nella parte sud-orientale.
La perdita di masse di ghiaccio ha poi cominciato ad aumentare lungo la costa nord-occidentale, dove ha raggiunto dei picchi tra il 2007 e il 2010.
Dal 2008 il calo della massa ghiacciata nelle zone costiere del Sud-Est è andato riducendosi mentre, contrariamente a quanto si potesse immaginare, ''al centro della Groenlandia lo strato di ghiaccio è aumentato in modo costante nel corso degli ultimi dieci anni''.
I dati pubblicati su Pnas confermano le enormi perdite di masse di ghiaccio rilevate anche da altre analisi, lungo le coste della Groenalndia, ma la vera particolarità sta nel metodo con cui i dati sono stati elaborati.
I ricercatori si sono basati infatti solamente sui dati relativi alla gravità terrestre.
''Lo sviluppo di questo tipo di analisi, conclude Harig, farà in modo che le misure della gravità rilevate dai satelliti, anche quando altre osservazioni più dirette dovessero mancare, possano svolgere in futuro un ruolo importante nello studio dei sistemi terrestri, lunari e planetari”.
E’ in difficoltà la seconda distesa di ghiaccio più grande del mondo.
A causa dell’aumento della temperatura la Groenlandia ha perso 200 miliardi di tonnellate di ghiaccio nel periodo compreso tra aprile 2002 e agosto 2011.
Le più soggette a scioglimento sono le coste di Sud-Est e Nord-Ovest. Lo dimostra lo studio pubblicato sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas, e condotto da Christopher Harig e Simons Frederik, dell’università americana di Princeton.
A fornire i dati agli studiosi sono statidue scanner 'spaziali', ovvero la coppia di satelliti della missione Grace (Gravity Recovery Experiment and Climate), il programma di osservazione spaziale gestito dalla Nasa e dell’Agenzia spaziale tedesca (Dlr), il cui scopo è di raccogliere dati sulla gravità.
''In questo studio abbiamo individuato la distribuzione spaziale della perdita di ghiaccio, spiega Harig, e si osserva chiaramente la separazione tra queste regioni e le loro variazioni di massa nel corso del tempo''.
Nel periodo 2003-2004 la perdita dei ghiacci si è concentrata lungo tutta la costa orientale della Groenlandia, nei due anni successivi è diminuita a Nord-Est, ma è aumentata nella parte sud-orientale.
La perdita di masse di ghiaccio ha poi cominciato ad aumentare lungo la costa nord-occidentale, dove ha raggiunto dei picchi tra il 2007 e il 2010.
Dal 2008 il calo della massa ghiacciata nelle zone costiere del Sud-Est è andato riducendosi mentre, contrariamente a quanto si potesse immaginare, ''al centro della Groenlandia lo strato di ghiaccio è aumentato in modo costante nel corso degli ultimi dieci anni''.
I dati pubblicati su Pnas confermano le enormi perdite di masse di ghiaccio rilevate anche da altre analisi, lungo le coste della Groenalndia, ma la vera particolarità sta nel metodo con cui i dati sono stati elaborati.
I ricercatori si sono basati infatti solamente sui dati relativi alla gravità terrestre.
''Lo sviluppo di questo tipo di analisi, conclude Harig, farà in modo che le misure della gravità rilevate dai satelliti, anche quando altre osservazioni più dirette dovessero mancare, possano svolgere in futuro un ruolo importante nello studio dei sistemi terrestri, lunari e planetari”.
Pianeta scimmia: Crisi di mezza età anche per scimpanzé e oranghi.
Proprio come gli esseri umani, anche scimpanzé e oranghi attraversano la crisi di mezza età: è quanto dimostra lo studio pubblicato sulla rivista dell'Accademia di Scienze degli Stati Uniti, Pnas, e coordinato dallo scozzese Alex Weiss, dell'università di Edimburgo. Allo studio hanno preso parte anche primatologi e psicologi di Stati Uniti e Giappone.
Condotta su 336 scimpanzé e 172 oranghi ospitati in giardini zoologici e oasi di Stati Uniti, Giappone, Canada, Australia e Singapore, la ricerca mostra che in queste specie, come nell'uomo, la percezione del benessere segue l'andamento di una curva ad U che è alta nei giovani, rientra nella mezza età e si rialza nell'età avanzata. Il modello secondo i ricercatori, potrebbe essersi evoluto negli antenati comuni di esseri umani e degli altri primati.
I ricercatori hanno valutato il grado di felicità degli animali per mezzo di una serie derivate da test per valutare la percezione del benessere nell'uomo. ''Speravamo di capire, osserva uno degli autori, Andrew Oswald, dell'università di Warwick, un famoso enigma scientifico: perché la felicità umana segue una approssimativa forma di U nel corso della vita.
Abbiamo dimostrato che ciò non accade necessariamente a causa di problemi come mutui o rotture coniugali perché anche altri primati vanno incontro a crisi di mezza età, e non hanno nessuna di questi problemi''.
Lo studio è il primo del suo genere e promette sviluppi interessanti: ''sulla base di tutte le altre somiglianze comportamentali e di sviluppo tra gli esseri umani, scimpanzé e oranghi, rileva Weiss, avevamo previsto che ci sarebbero state analogie per quanto riguarda la felicità, tuttavia, non si sa mai come queste ricerche andranno a finire, quindi è meraviglioso vedere che i risultati sono coerenti con quelli di altre ricerche''.
lunedì 19 novembre 2012
Natura: Shark Alliance, vip per "sì" regola salva-squali Ue.
Da Alessandro Preziosi, Lillo e Greg fino ad Andrea Camilleri, passando per Piero e Alberto Angela, Enzo Maiorca e Alessandra Sensini: sono oltre 70 le firme del cinema, dello spettacolo, della letteratura, dello sport e del giornalismo italiano che si sono unite al mondo ambientalista per chiedere agli europarlamentari italiani di fare fronte comune a favore del regolamento salva-squali all'esame dell'Assemblea di Strasburgo il prossimo 22 novembre.
L'obiettivo e' il divieto assoluto della pratica del finning nell'Ue, che consiste nel tagliare le pinne di questi animali e rigettarne il corpo in mare.
Arriva cosi' alle battute finali la battaglia all'Europarlamento contro la possibilita' di applicare deroghe che consentono di tagliare le pinne a bordo dei pescherecci, rendendo difficili, se non impossibili, i controlli.
Arriva cosi' alle battute finali la battaglia all'Europarlamento contro la possibilita' di applicare deroghe che consentono di tagliare le pinne a bordo dei pescherecci, rendendo difficili, se non impossibili, i controlli.
Forti al Parlamento europeo le pressioni delle lobby della pesca insieme a Spagna e Portogallo, gli unici Paesi Ue interessati a mantenere questa scappatoia. Le pinne rappresentano la parte piu' pregiata dello squalo, quelle di alcune specie sono fortemente richieste in Oriente dove la zuppa di pinne di squalo e' molto ricercata. La conseguenza e' che il piu' fiero dei predatori, al top della catena alimentare nei mari, e' ormai in pericolo in Europa e in tutto il mondo: sono circa 100 milioni quelli che vengono uccisi ogni anno per alimentare un mercato estremamente redditizio, se si considera che una pinna di squalo elefante puo' arrivare a costare fino a 7.500 euro.
Le associazioni italiane che fanno parte di Shark Alliance sono: Legambiente, Marevivo, Tethys Research Institute, Aquarium Mondo Marino Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, Fondazione Cetacea, Danishark Elasmobranch Research, GRIS, Verdeacqua - Istituto per gli Studi sul Mare, MedSharks, CTS, Slow Food Italia.
Le associazioni italiane che fanno parte di Shark Alliance sono: Legambiente, Marevivo, Tethys Research Institute, Aquarium Mondo Marino Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, Fondazione Cetacea, Danishark Elasmobranch Research, GRIS, Verdeacqua - Istituto per gli Studi sul Mare, MedSharks, CTS, Slow Food Italia.
sabato 17 novembre 2012
Alpinismo in lutto. E' morto Patrick Edlinger, il "biondo" che danzava sulla roccia.
E’ morto venerdì 16 novembre 2012 all’età di 52 anni il francese Patrick Edlinger, uno dei pionieri ed assoluti miti dell’arrampicata sportiva.
Sembra assolutamente impossibile, ma la notizia è stata confermata dal giornale francese Le Dauphine che scrive che venerdì 16 novembre all'età di 52 anni e per motivi ancora da chiarire, è morto Patrick Edlinger. Inutile dire che questa notizia ha scosso profondamente il mondo dell'arrampicata sportiva che vedeva in Patrick uno dei grandi di questo sport.
Nato il 15 giugno 1960, Patrick ha iniziato ad arrampicare all'età di 13 anni e sin dall'inizio era chiaro che l'arrampicata sarebbe stata la sua vita, la sua raison d’être. Dopo aver salito tutte le vie difficili della zona di provenienza, il giovane francese non c'ha pensato due volte, ha abbandonato gli studi ed ha raggiunto il sud della Francia in auto-stop, dove ad attenderlo c'era quel famoso, infinito mare di calcare ed uno sport ancora tutto da inventare.
E’ infatti nella falesie di Buoux nel Luberon dove Patrick ha iniziato a lasciare il suo segno indelebile, salendo numerose vie slegate fino al 7a (come l'espostissima Pilier des Fourmis), riuscendo già trent'anni fa a salire per primo un 7b a-vista (Captain crochet) e poi, in quel magico 1982, sempre a Buoux, riuscendo a salire a vista il primo 7c al mondo, La polka des ringards. Risultati straordinari, ripetuti anche in altre falesie d'eccezione come il Cimai (ricordiamo l'audace free solo del 8a di Orange Mécanique nel 1989) ed ovviamente anche il Verdon che per lui poi è diventato la seconda casa.
In quegli anni d’albori Edlinger ha partecipato a numerose gare d'arrampicata, ed è sua la vittoria nelle famose prime gara ufficiale dell’arrampicata sportiva, Sport Roccia a Bardonecchia ed Arco nel 1985 e 1986. Grazie a questo suo immenso talento Patrick è riuscito ad aprire e ripetere vie sportive d'avanguardia, tra cui spicca Les Specialistes nel Verdon. Una via per la quale aveva proposto il primo grado di 8c e che nonostante gli anni è rimasta una via di assoluto riferimento, un linea di pellegrinaggio per tutti i più forti del mondo. Anche se i tempi forse non erano ancora sufficientemente maturi per questo enorme passo avanti (la via fu velocemente sgradata a 8b+), poco dopo Patrick ha ripetuto l’incredibile tetto orizzontale di Le Plafond (anche conosciuta come Maginot Line) nella falesia di Volx (trovando un tallonaggio che ha "addolcito" la via da 8c a 8b+) e Azincourt, mostruosa via-boulder di biditi da 8c a Buoux.
Ma a parte questi pur sempre importanti dettagli, Patrick verrà ricordato per un altro suo contributo davvero immisurabile: la valorizzazione di una delle più belle falesie al mondo, Ceuse. Verso la fine degli anni '80 questa fascia di perfetto calcare solcata dalla famosa cascata ha letteralmente stregato l’arrampicatore, tanto che per alcuni stagioni era diventata il suo "giardino nascosto" dove ha imposto uno stile d'apertura, molto severo ma completamente leale, che ha fatto scuola rendendo l'arrampicata sportiva molto di più che un semplice gesto atletico.
Sì, l'arrampicata di Patrick era la ricerca di una bellezza innata applicata al gesto tecnico, spesso descritta come un balletto verticale e a pensarci bene "Le blond" era destinato sin dall'inizio ad essere molto più che una semplice rock star della falesia.
I suoi ruoli nei film "La Vie Au Bout Des Doigts (La vita in punta di dita) e poi l'indimenticabile Opéra Vertical, entrambi del regista Jean-Paul Janssen, l'hanno reso famoso non soltanto in tutta la Francia ma anche oltre alpe, e questi classici del cinema verticale sono stati seguiti da una serie di altre pellicole e libri che hanno istruito e alimentato i sogni di interi generazioni.
I suoi ruoli nei film "La Vie Au Bout Des Doigts (La vita in punta di dita) e poi l'indimenticabile Opéra Vertical, entrambi del regista Jean-Paul Janssen, l'hanno reso famoso non soltanto in tutta la Francia ma anche oltre alpe, e questi classici del cinema verticale sono stati seguiti da una serie di altre pellicole e libri che hanno istruito e alimentato i sogni di interi generazioni.
Sogni. Forse è questa la chiave di lettura della leggenda chiamata Edlinger. Sin da giovane Patrick ha saputo vivere i suoi sogni e forse anche per questo era, per noi che abbiamo iniziato ad arrampicare cercando di imitare le sue gesta, una Leggenda assoluta. Una di quelli con la L maiuscola, come il suo grande amico e compagno di mille avventure, l'altro Patrick del verticale, Patrick Berhault. E a noi piace ricordare Edlinger come l'avevamo incontrato quel giorno a Trento tre anni fa, quando ci ha voluto palare di questo suo amico prematuramente scomparso, di Ceuse, di quei anni rocamboleschi e della sua arrampicata. Un vero sogno.
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