La lunga storia della Maremma emerge dalla polvere dei secoli a Vetulonia e Roselle, antiche "metropoli" etrusche.
Un salto temporale conduce poi nell'operoso Medioevo dei borghi dell'Amiata, raccolti intorno alla montagna, là dove l'acqua piovuta sul cono vulcanico ritorna provvidenzialmente in superficie.
Arcidosso è luogo di elezione per l'avvistamento di cervi, daini, caprioli e camosci.
Si parte da Vetulonia: la collina dove sorge il piccolo paese, di aspetto ancora mediovale, offre una bella vista si Grosseto e la sua piana.
Testimonianze etrusche (suppellettili, terrecotte architettoniche, frammenti di vasi) sono esposte nell'Antiquarium.
Imponenti i blocchi di pietra che formano i resti delle mura poligonali (VI-V sec A.C.), dietro la parrocchiale; notevoli le tombe monumentali, a più camere, della vicina necropoli (a 3 km). Dalla necropoli si raggiunge la S.S.1 in località Grilli e si prosegue, toccando Braccagni, fino a Grosseto ( a 26 km), capoluogo della Maremma.
I Medici la fortificarono alla fine del Cinquecento: oggi il giro delle mura bastionate è un buon approccio alla visita del centro storico.
Tra gli edifici religiosi si privilegi il Duomo (1294-1302), in stile senese: la facciata, a fasce bicrome, è opera ottocentesca; l'interno ospita una tavola con L'Assunta di Matteo di Giovanni (XV sec.).
Importante anche un crocefisso su tavola (XIII sec.) nella chiesa di S. Francesco, opera di Duccio di Buoninsegna.
Un giro per le sale del Museo Archeologico e d'Arte della Maremma prepara al meglio la visita di Roselle (a 10 km.): nel museo infatti si conservano tra l'altro, gran parte dei ritrovamenti effettuati nella zona (reperti murari, vasi, terrecotte, suppellettili, statue romane della famiglia Giulio Claudia).
Le rovine di Roselle, un tempo fiorente città etrusca, si raggiungono con la S.S. 223, deviando a destra per Roselle scavi e camminando 10 minuti.
Le mura etrusche (del VI sec. a.C.), lunghe 3 chilometri e alte fino a 5 metri, cingono i resti della città romana, con parti dell'anfiteatro, delle terme e del foro imperiale, e resti di una villa con mosaici pavimentali.
Da Roselle si riprende la S.S. 223 e si compie un lungo tratto (50 chilometri circa) che conduce a Castel del Piano, nella zona del Monte Amiata (m.1738).
Il rilievo, di origine vulcanica, separa la Maremma grossetana a ovest del bacino del Tevere a est. Attorno alla montagna, coperta da una fitta foresta di faggi e castani e circondata da dolci rilievi collinari, si dispone un anello di caratteristici borghi.
Si comincia con Castel del Piano; piazze, giardini e viali alberati nella parte più moderna del piccolo centro conducono alle strette e romantiche viuzze del borgo antico.
Da vedere qui l'Oratorio della Confraternita e la chiesa di S. Lorenzo.
Più a sud si trova Arcidosso (a 4 km.), centro d'intatto impianto medioevale, dominato dalla torre della Rocca Aldobrandesca (XI sec.): Siena la espugnò nel 1331, dopo quattro mesi di assedio.
Arcidosso è anche sede del Parco Faunistico del Monte Amiata, all'interno del quale un sistema di sentieri permette l'avvistamento di moltissime specie, come cervi, daini, caprioli, mufloni, camosci.
Si prosegue poi per l'incantevole Santa Fiora (a 7 km), che vale una visita per la bella pieve romantica dedicata alle Ss.
Fiora e Lucilla, piccolo "museo" di terrecotte robbiane, e per la "Pescheria", piccolo laghetto che, fin dal Quattrocento, raccoglie le acque del Fiora, poi convogliate nell'acquedotto.
Piancastagnaio ( a 12 km.) prende il nome dai castagni secolari dei dintorni.
Si leva qui, immersa nel parco, un'altra Rocca Aldobrandesca (XII sec.), in pietra lavica scura, con il mastio, la rocchetta, le belle merlature e i beccatelli; una parte del castello è adibita a museo e conserva arazzi, cimeli e mobili antichi.
Il centro più vicino in linea d'aria alla vetta dell'Amiata è Abbadia San Salvatore (a 4 km.), sede di un'antica e potente abbazia romanica, fondata nel VII sec. da un nobile longobardo e a lungo in lotta con gli Aldobrandeschi, signori della Maremma, per il possesso dei territori circostanti.
Straordinaria è la cripta della chiesa: a croce greca, poggia su 36 colonne splendidamente decorate.
Dopo un giro per le stradine del borgo medioevale si raggiunge Seggiano (a 19 km.); il paese ospita, tra splendidi oliveti, il cinquecentesco Santuario della Madonna della Carità, che si impone all'attenzione per la bella cupola in mattoni, divisa in quattro spicchi.
Buon weekend.