L'itinerario attraversando suggestivi paesaggi di montagna, conduce alla scoperta di interessanti testimonianze del passato, visto che la zona fu teatro di violente battaglie durante la prima guerra mondiale che hanno lasciato tracce evidenti sul territorio.
Capoluogo dell'Altopiano dei Sette Comuni, Asiago è una graziosa cittadina circondata dai boschi, nota come centro di villeggiatura e di sport invernali.
La zona è solcata dal torrente Assa, che ha inciso profondamente la piana creando un "canyon" lungo circa 20 km.
Sul fondo sono stati scoperti migliaia di graffiti: la valle era forse un luogo sacro per le antiche popolazioni che si stanziarono qui intorno al 3000 a.C..
I liberi Comuni dell'Altopiano si organizzarono nel 1310 in una federazione, che era governata dalla Reggenza dei Sette Comuni: la "lega" mantenne la sua autonomia, pur sotto diversi protettori potenti (gli Scaligeri, i Visconti, Venezia), fino al 1807, anno di dominio napoleonico.
Ma il nome di Asiago è legato anche alle aspre e sanguinose battaglie che si consumarono qui durante la prima guerra mondiale; completamente distrutta durante la "battaglia degli altipiani" (1916), la città presenta oggi un aspetto moderno.
Per ricordare quegli eventi, su una collina appena fuori dell'abitato è stato eretto l'imponente Sacrario Militare, con le salme di migliaia di caduti italiani e austro-ungarici del conflitto 1915-18. L'edificio in marmo bianco, a pianta quadrata, ospita un locale adibito a museo dove sono conservati cimeli raccolti sui campi di battaglia nei dintorni, documenti, armi e fotografie.
Nelle vicinanze su un colle in località Pennar, si ergono le due cupole dell'Osservatorio astrofisica.
Da Asiago si prende la S.S. 349; attraversate vaste distese boschive e superato il Passo di Vezzena si raggiunge Lavarone (a 32 km), comune sparso sul verde altopiano omonimo.
Nei pressi della frazione Chiesa un piccolo laghetto, tra faggi e abeti, è d'inverno un vero paradiso per i pattinatori.
Dalla frazione Cappella una breve escursione di 1,5 km porta al Forte Belvedere, in splendida posizione panoramica, costruito dai soldati austriaci all'epoca della guerra come sentinella tra la Val d'Astici e l'Altopiano di Asiago.
All'interno si conservano cimeli e fotografie.
Da Lavarone ci si immette sulla S.S. 350 e dopo 11 km si arriva a Folgaria, un altro centro turistico invernale di grande richiamo.
Nel paese, adagiato fra verdi praterie alle falde del Monte Cornetto, si trova l'antica parrocchia rifatta nel '400 e restaurata in epoca barocca.
Il percorso continua ora alla volta di Tonezza del Cimone ( a 28 km ), valicando il Passo di Valbona.
L'abitato di Tonezza è punto di partenza per numerose ascensioni; facile è la salita al Monte Cimone ( m 1230; 15 min a piedi da Piazzale degli Alpini, a 4 km), sulla cui vetta il monumento-ossario ricorda un episodio della Grande Guerra.
Il 26 settembre 1916 una violenta esplosione sconvolse Cimone: una mina austriaca seppellì nelle loro postazioni 1200 alpini italiani.
Un tratto di strada con numerose gallerie porta ad Arsiero ( a 10 km ), circondata da una corona di montagne che nel 1916 furono teatro di duri scontri, con gravi danni per il paese.
Dalla piazza principale, salendo due lunghe gradinate si raggiunge uno spiazzo, da cui si gode una splendida vista; qui, dove durante il Medioevo si ergeva il castello, si trova oggi la settecentesca parrocchiale, rifatta nel '900, che conserva all'interno opere di Ballante da Thiene e Albano Tommaselli.
Ad appena 2 km si trova Velo d'Astici, dominata da un torrione circolare dell'XI sec., oggi adibito a sacrario militare; poco fuori dell'abitato si può visitare la Pieve di S. Giorgio, romanico-gotica, ampliata nel Quattrocento.
All'interno sono custoditi affreschi e tele dei sec. XII-XIII.
Ripresa la strada si raggiunge Piovene (a 8 km), un antico borgo dal sapore contadino caratterizzato da vecchie corti, portali ad arco e dimore padronali.
Da Piovene si percorrono 3 km lungo la S.S. 350 e si incontra Caltrano, con l'antica chiesa cimiteriale di S. Giorgio, originaria del XIII secolo.
Imboccata la S.S. 349, dopo 16 km verso nord si raggiunge le sparse contrade di Trescè, punto d'arrivo dell'itinerario nonché località di villeggiatura.