( pensiero Maya ).
Le culture della Mesoamerica, a riprova della loro straordinaria capacità creativa, erano riuscite a trasformare normalissimi strumenti del culto come incensieri e bracieri in un ricchissimo repertorio di forme e rimandi simbolici.
L'importanza dei bracieri rinviata alla centralità che il fuoco e il Dio del Fuoco avevano nei rituali pan-mesoamericani, perché, davanti agli adoratori dei templi o al loro interno, il fuoco doveva ardere perennemente e lasciarlo spegnere era considerata un trasgressione gravissima.
Il fuoco acceso era di per sé un'offerta al dio.
In genere i bracieri erano costituiti da un contenitore conico o cilindrico, ovviamente traforato alla base, che raffiguravano il dio a cui s'indirizzava l'offerta.
Ma tra gli Aztechi c'erano anche bracieri più semplici.
Alcuni terminavano con un risvolto di lunghe foglie di agave piegate verso il basso, mentre altri avevano eleganti decorazioni geometriche.
Gli incensieri che i sacerdoti muovevano durante le cerimonie avevano la forma di grandi cucchiai dal lungo manico che terminava con una semisfera traforata.
Tra i Maya un caso particolare, poi, erano i bracieri di Palenque, nei quali il sostegno della camera di combustione assumeva la forma di un lungo cilindro, decorato con volti raffiguranti sia divinità tutelati della città, sia venerabili antenati che fungevano da intermediari con le divinità stesse.
A Teotihuacan la produzione in serie degli elementi decorativi dei bracieri non portava a una perdita di individualità, perché, combinando modularmente i vari pezzi, si potevano ottenere infinite variazioni della stessa tipologia.
Negli incensieri e nei bracieri si bruciavano diversi tipi di offerte: il copal, una resina che emana un profumo gradevole e pungente, la carta che aveva assorbito il sangue degli autosacrifici o che era stata macchiata con gocce di gomma liquida, semplici palle di gomma e tutta una serie di piccole offerte.