giovedì 22 maggio 2014

Antichi manufatti cinesi rivelano un composto estremamente raro di ossido di ferro.


Uno studio pubblicato sulla rivista Nature rende noti i risultati delle analisi eseguite sul rivestimento insolito di alcune antiche tazze cinesi da tè, note come Ciotole Jian, rivelando che si tratta di una forma estremamente rara di ossido di ferro, molto difficile da ottenere, anche con le tecniche moderne.




Le Ciotole Jian sono tazze da tè cinesi prodotte sotto la dinastia Song (960-1279), fino all’inizio del 14° secolo, principalmente per uso domestico.
Le ciotole sono in ceramica, abbastanza uniformi nella modellatura, generalmente smaltate con smalto bluastro, nero o marrone.
Di tanto in tanto, capita di osservare alcune ciotole con una superficie iridescente, la quale produce giochi di luce multicolore.
Come riporta un articolo comparso su livescience.com, un nuovo studio si è occupato di analizzare l’insolito rivestimento delle antiche tazze cinesi, scoprendo che si tratta di manufatti molto più sofisticati di quanto si fosse inizialmente creduto.
Un team di ricercatori guidato da Catherine Dejoie del Lawrence Berkeley National Lab, California, ha preso in esame la microstruttura atomica e la composizione chimica del rivestimento esterno della ceramica, scoprendo che si tratta di un tipo di ossido di ferro estremamente raro e difficile da ottenere anche con le attrezzature tecnologiche oggi a disposizione.
Il segreto è nella stupefacente tecnica di lavorazione. Le ciotole venivano realizzate con un’argilla ricca di ferro e rivestite con una miscela di argilla, calcare e cenere di legno. Poi erano cotte a temperature estremamente elevate, causando l’indurimento dell’argilla e lo scioglimento del ferro all’interno.
La dilatazione dell’ossigeno all’interno dell’argilla, provocato dall’intenso calore, provocava la fuoriuscita degli ioni di ferro fuso, ricoprendo così l’intera superficie della ciotola. Una volta raffreddata, la glassa attorno alla ciotola si cristallizzava nel caratteristico ossido di ferro, denominato “epsilon”.
Questo tipo di ossido di ferro è molto apprezzato per la sua magnetizzazione persistente, elevata resistenza alla corrosione ed è completamente atossico. Tuttavia, è difficile da ottenere con le attrezzature moderne. “Il prossimo passo sarà capire come sia possibile riprodurre la qualità dell’ossido di ferro delle ciotole Jian con le tecniche moderne”, annuncia la Dejoie, il cui studio è stato pubblicato sulla rivista Nature.
“Quello che è sorprendente è che si sono riscontrate condizioni di sintesi perfette per l’ossido di ferro epsilon in manufatti prodotti 1000 anni fa”, continua la Dejoie. Questo tipo di ossido, infatti, è stato pienamente concepito solo negli ultimi dieci anni. Gli scienziati non sono mai stati in grado di produrlo in laboratorio nella sua forma più pura. Con le moderne tecniche si è riusciti solo a creare piccoli cristalli contaminati con ematite.
La magnetizzazione persistente di questo ossido di ferro, la sua persistenza e atossicità, lo rendono un materiale economico e sicuro per una migliore archiviazione permanenti di dati nei dispositivi elettronici. Bisogna solo riuscire a riprodurre una tecnica utilizzata dai nostri antenati orientali circa un millennio fa.
Attualmente, le collezioni Jian possono essere osservate in musei come le gallerie Smithsonian Freer e Sackler, Washington, e anche al Metropolitan Museum of Art di New York. In passato, le ciotole furono molto apprezzate anche in Giappone, dove venivano utilizzate nelle cerimonie del tè e conosciute con il nome Yohen Tenmoku.