lunedì 10 marzo 2014

Mondo sommerso: I delfini si chiamano tra loro con un nome.




Un team di scienziati dell’Università di St. Andrews, Scozia, ha fatto una scoperta davvero stupefacente. La ricerca ha rivelato che i mammiferi marini utilizzano un ‘fischio’ unico per identificare i singoli individui.
Nello studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences,  è riportato gli animali hanno risposto alla chiamata anche quando il suono è stato prodotto dagli scienziati.
“I delfini vivono in un ambiente tridimensionale, in mare aperto, senza alcun punto di riferimento e hanno bisogno di stare insieme come gruppo”, spiega Vincet Janik, del Sea Mammal Research Unit. “Questi animali vivono in un ambiente in cui hanno bisogno di un sistema molto efficace per rimanere in contatto”.
In realtà, da lungo tempo si era sospettato che i delfini utilizzassero i loro fischi distintivi più o meno allo stesso modo in cui gli esseri umani utilizzano i nomi. Ricerche precedenti avevano rivelato che questi suoni erano utilizzati di frequente e i delfini dello stesso gruppo erano in grado di impararli e utilizzarli.


Ma lo studio dei ricercatori scozzesi ha messo in evidenza, per la prima volta, il modo in cui i delfini rispondono al suono del loro ‘nome’. Gli scienziati, infatti, hanno registrato i suoni emessi da un gruppo di delfini selvatici, catturando la firma singola di ogni individuo. Hanno poi ritrasmesso i suoni nell’oceano grazie a degli altoparlanti subacquei.
“Abbiamo riprodotto il ‘fischio firma’ di ogni individuo del branco, abbiamo riprodotto anche altri fischi del loro repertorio e poi fischi di altri individui che gli animali non avevano mai visto nella loro vita”, ha spiegato il dottor Janik.
I ricercatori hanno scoperto che i delfini hanno risposto solo quando hanno sentito fischiare il loro nome, rispondendo con un altro fischio. Il team sostiene che gli animali si comportano come gli esseri umani: quando sentono il loro nome, rispondono.
Secondo il dottor Janik, questa abilità è stata probabilmente sviluppata per aiutare gli animali a stare insieme in un gruppo nel loro vasto habitat subacqueo. “La maggior parte delle volte non riescono a vedersi l’un l’altro”, continua il ricercatore, “non possono utilizzare l’odorato sott’acqua, che è un senso molto importante nei mammiferi per il riconoscimento, e inoltre non hanno nè nidi, nè tane dove attendere gli altri componenti del branco”.
I ricercatori spiegano che questa è la prima volta che è stato osservato questo comportamento in un animale, anche se altri studi hanno suggerito che alcune specie di pappagallo possono utilizzare i suoni per identificare gli individui del loro gruppo.
Infine, il dottor Janik ha detto che la comprensione di come questa abilità si sia evoluta in diversi gruppi animali, potrebbe dirci di più su come la comunicazione si sia sviluppata negli esseri umani.