giovedì 12 dicembre 2013

Natura: La tigre siberiana svela la firma genetica del predatore.


Identificati i geni che consentono a questi grandi felini di seguire una dieta esclusivamente carnivora e forniscono ai muscoli una capacità di contrazione pressoché unica, permettendo loro di passare dallo stato di riposo a quello di massima efficienza senza aver bisogno di un “riscaldamento” dei muscoli.





Il sequenziamento completo ad alta risoluzione del genoma della tigre dell'Amur o tigre siberiana (Panthera tigris altaica) – il primo mai effettuato di una specie del genere Panthera – e il suo confronto con quello di altre specie ha permesso di identificare alcune firme genomiche caratteristiche dell'adattamento alla vita da predatore. 
I risultati della ricerca, condotti da un gruppo di biologi della Genome Research Foundation a Suwon, in Corea, con la collaborazione di colleghi di altri centri di ricerca internazionali, sono illustrati in un articolo pubblicato su "Nature Communications". I dati ottenuti aprono la strada a ulteriori studi sulle popolazioni dei grandi felini che chiariscano le basi genetiche degli adattamenti locali e il potenziale di ibridazione fra popolazioni selvatiche e in cattività che potrebbe garantirne la sopravvivenza .
Attualmente infatti la popolazione complessiva di tigri selvatiche si aggira attorno ai 4000 individui, suddivisi in cinque sottospecie  (altre quattro sottospecie si sono estinte il secolo scorso) che mostrano adattamenti molto particolari: la tigre dell'Amur, per esempio, è la più grande per stazza e l'unica in grado si vivere in un ambiente coperto dalla neve per molti mesi dell'anno.





In particolare, attraverso un'analisi comparativa dei genomi completi di tigre, uomo, cane e topo, e il confronto con i dati genetici di altri grandi felini - la tigre bianca del Bengala (Panthera tigris tigris), il leopardo delle nevi (Panthera uncia), il leone africano e il leone bianco africano – oltre che al panda gigante e all'opossum, il gruppo di ricerca ha identificato 1376 geni specifici correlati a una dieta esclusivamente carnivora e alla capacità di contrazione muscolare tipica dei felini: potente e in grado di passare da uno stato di riposo a uno di massima efficienza senza necessità di un “riscaldamento” dei muscoli.
I ricercatori hanno anche identificato due geni che potrebbero essere state importanti nell'adattamento all'alta quota del leopardo delle nevi, che vive ad altitudini comprese fra i 3300 e i 6700 metri, e uno che potrebbe essere responsabile del colore del mantello del leone bianco.