lunedì 20 maggio 2013

Natura: La comunicazione "elettrica" tra insetti e fiori.


L'interazione fra il debole potenziale elettrico positivo dei bombi in volo e quello leggermente negativo dei fiori provoca un'alterazione nella geometria del campo di questi ultimi, che indica agli insetti se i fiori sono ancora in grado di offrire nettare e polline o se sono già stati troppo visitati da altri insetti. Questo permette al bombo di ottimizzare il foraggiamento e alla pianta di evitare di attrarre un insetto a cui poi non riesce a fornire polline.





I bombi e altri insetti impollinatori sono in grado di percepire i deboli campi elettrici prodotti dai fiori per ottimizzare il proprio comportamento di foraggiamento: sulla base della geometria del campo che rilevano quando sono in prossimità del fiore, sono infatti in grado di capire al volo, è proprio il caso di dirlo, se è già stato visitato da altri insetti e saccheggiato del nettare di cui sono alla ricerca. La scoperta è di un gruppo di biologi dell'Università di Bristol.








Le varaizioni nell'intensità del campo possono essere evidenziate con uno spray elettrostatico, qui è mostrato sulla metà destra di a) Gerbera hybrida b) Digitalis purpurea c) Geranium magnificum d) Calibrachoa hybrida e) Petunia hybrida f) Clematis armandi. (Cortesia D. Clarke / Science / AAAS)


Che i fiori siano solitamente dotati di un debole potenziale elettrico negativo, e che gli insetti volando si carichino di uno positivo, era già noto: questa differenza di potenziale promuove il trasferimento del polline dalla pianta all'animale e la sua adesione all'insetto sulle brevi distanze. Dato però che il campo elettrico di un fiore varia sia in base al suo stato di impollinazione sia alle eventuali visite di impollinatori già ricevute, Dominic Clarke e colleghi si sono chiesti se gli insetti siano in grado di sfruttare questo tipo di informazione: essendo di reciproco vantaggio, ogni indizio capace di aumentare l'impollinazione e migliorare l'efficienza di foraggiamento dovrebbero essere favorito dai processi evolutivi.
Per prima cosa i ricercatori hanno controllato se le variazioni nel campo elettrico dei fiori in seguito alle visite degli impollinatori erano superiori alle fluttuazioni naturali legate alle differenti condizioni di umidità e temperatura dell'ambiente, rilevando anche in questa prima fase sperimentale che la massima alterazione del campo si riscontrava dopo una cinquantina di visite al fiore, corrispondenti più o meno al completo “saccheggiamento” delle sue riserve di nettare e polline, e che le modificazioni del campo avvenivano anche prima che l'insetto si posasse sulla pianta, attraverso un meccanismo di induzione elettrostatica diretta.





Successivamente, i ricercatori hanno addestrato un gruppo di bombi a foraggiarsi su alcuni fiori artificiali, realizzati in modo da poterne rilevare e modificare il campo elettrico.
Sono così riusciti a dimostrare che la rivelazione dei campi elettrici floreali rappresenta per i bombi una modalità sensoriale potenzialmente altrettanto importante della vista e dell'olfatto nella ricerca e discriminazione delle risorse.
Sulla base dei dati raccolti, sembra infatti che il trasferimento di questo tipo di informazione tra piante e impollinatori avvenga su scale temporali molto più veloci di quelle descritte nel caso di profumo, colore o umidità.
"Questo nuovo canale di comunicazione rivela come i fiori possono potenzialmente informare i loro impollinatori sul reale stato delle riserve del loro prezioso nettare e polline", ha osservato Daniel Robert, che ha diretto la ricerca. "L'ultima cosa che vuole un fiore è attrarre un insetto a cui poi non riesce a fornire nettare: una lezione di pubblicità corretta, dettata dal fatto che le api sono ottimi studenti che perderebbero rapidamente interesse per un fiore non collaborativo."