venerdì 19 aprile 2013

Mondo sommerso. Il recupero della barriera corallina lontana dall'uomo.




Anche le barriere coralline più isolate hanno buone possibilità di riprendersi dal fenomeno dello sbiancamento. E' questo il risultato di uno studio sullo Scott Reef, una barriera corallina situata a 250 chilometri dalle coste dell'Australia occidentale, che nel 1998 aveva subito un drammatico fenomeno di sbiancamento a causa di un innalzamento anomalo della temperatura.
Lo sbiancamento si verifica quando le popolazioni di zooxantelle, microalghe con cui i polipi dei coralli hanno un rapporto di simbiosi, sono decimate o distrutte in seguito allo stress ambientale legato all'aumento della temperatura o dell'acidità delle acque e/o all'uso di tecniche di pesca distruttive.
Finora si riteneva che quando una barriera corallina subisce un tracollo imponente, l'unica speranza di ripresa fosse la ricolonizzazione da parte di larve provenienti da altre barriere vicine. 

Il nuovo studio, ha invece dimostrato che anche pochissimi individui sopravissuti sono in grado di far rifiorire la barriera. 
Ma a una condizione: che sia protetta da disturbi provenienti dalle attività dell'uomo.