venerdì 12 aprile 2013

Il "Vangelo di Giuda" potrebbe essere autentico: la conferma da un certificato di matrimonio egizio.






Joseph G. Barabe, uno degli scienziati che dato il maggior contributo nello studio del cosiddetto “Vangelo di Giuda” ha dichiarato che il ritrovamento di un antico certificato di matrimonio egizio potrebbe giocare un ruolo fondamentale nel confermare l'autenticità e la datazione degli inchiostri usati nel controverso testo. 
La notizia è stata data dallo stesso Barabe nel corso del 245° national Meeting & Exposition della American Chemical Society, la più grande società scientifica del mondo.
“Se non avessimo rinvenuto lo studio del Louvre su questo antico certificato di matrimonio egizio, che risale allo stesso periodo e utilizzava inchiostri simili a quelli usati nel vangelo di Giuda, avremmo avuto molte più difficoltà a confermare l'autenticità del testo”, ha spiegato Barabe, microscopista senior della McCrone Associates che ha guidato il progetto di microanalisi alla McCrone di Westmont.

Il team di Barabe ha collaborato come parte di un gruppo organizzato nel 2006 dalla National Geographic Society, volto allo studio del Vangelo di Giuda scoperto negli anni Settanta dopo essere rimasto nascosto per quasi 1.700 anni.
Scritto su papiro e legato da un laccio di pelle il codice è stato redatto in copto, la lingua in uso allora in Egitto, intorno al 300 dopo Cristo, il manoscritto fu ritrovato negli anni Settanta nel deserto nei pressi El Minya. 
Finito nelle mani di alcuni mercanti di antichità, lasciò l'Egitto per giungere prima in Europa e poi negli Stati Uniti dove rimase in una cassetta di sicurezza a Long Island, New York, per 16 anni prima di venire acquistato dall'antiquaria di Zurigo Frieda Nussberger-Tchacos nel 2000. 






Al termine di un lunghissimo lavoro (cinque anni) una equipe di esperti linguisti, papirologi e studiosi di storia della religione, una vera e propria squadra di "detective biblici" è riuscita a decifrare il testo e a verificarne l'autenticità e il significato religioso.

Il testo non dipinge Giuda come traditore di Gesù Cristo ma come uno dei suoi più fedeli e convinti seguaci e che fu costretto a tradirlo su ordine stesso di Cristo, affinchè si compisse la sua missione sulla Terra.
Uno status, quello di Giuda, che viene più volte descritto come speciale: "Allontanati dagli altri, a te rivelerò i misteri del Regno. Un Regno che raggiungerai, ma con molta sofferenza. Ti ho detto tutto. Apri gli occhi, guarda la nube e la luce che da essa emana e le stelle che la circondano. La stella che indica la via è la tua stella".
Dopo aver analizzato un campione del documento, Barabe e colleghi avevano concluso che il Vangelo era stato probabilmente scritto con un inchiostro ferrogallico. 
Anche se questo dato suggeriva che il testo poteva risalire al terzo o quarto secolo dopo Cristo, l'inchiostro usato nel Vangelo era diverso da qualsiasi cosa avessero mai visto prima. In genere, gli inchiostri ferrogallici - almeno quelli dal Medioevo - erano composti da una miscela di solfato di ferro e acidi tannici, ma quello del Vangelo di Giuda non conteneva zolfo. 




Grazie ad uno studio francese condotto da alcuni scienziati del Louvre che ha analizzato un certificato di matrimonio dell'antico Egitto e alcuni documenti commerciali scritti in copto e greco prodotti risalenti al primo al terzo secolo d.C., ha concluso che questi documenti erano stati scritti con un inchiostro a base di rame, quasi privo di zolfo e quindi molto simile a quello del Vangelo di Giuda. 
Secondo Barabe, quello usato nel Vangelo di Giuda rappresenta un inchiostro di transizione, un "anello mancante" tra gli inchiostri a base di carbonio del mondo antico e gli inchiostri ferrogallici (fatti con solfato di ferro) che sono diventati molto popolari in epoca medievale. La conclusione è che il Vangelo di Giuda è stato quasi certamente scritto all'inizio del IV secolo d.C.

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Vangelo di Giuda - Domenico Devoti
Il Vangelo di Giuda costituisce il più importante ritrovamento del secolo scorso, dopo la straordinaria scoperta di un'intera biblioteca "gnostica" a Nag Hammadi, in alto Egitto, nel 1945.
Di esso si aveva notizia dai più antichi eresiologi cristiani (Ireneo, Ps. Tertulliano); riportato alla luce nel 1978, dopo una serie di traversie che hanno finito col danneggiarlo gravemente, solo nel 2006 è stata annunciata la sua scoperta ed è stato poi pubblicato dalla National Geographic Society.
Lo scritto è di un interesse straordinario per tanti ambiti di ricerca: origini cristiane, storia del cristianesimo, gnosticismo, filologia ed esegesi biblica, rapporti tra giudaismo e cristianesimo, teologia cristologica; ma soprattutto per l'immagine completamente diversa da quella tradizionale che assume in esso la figura di Giuda Iscariota.