mercoledì 5 dicembre 2012

Africa (Mali): Sesso, linguaggio e tessitura, la cosmologia Dogon





I Dogon credono ad un unico dio, Amma, creatore di sole, luna e stelle.
Secondo la leggenda Dogon, creò la terra gettando una palla d'argilla nello spazio.
La palla si allungò per i quattro punti cardinali prendendo la forma di una donna, con una tana di formica come vagina e con la montagnetta di una termite come clitoride.
Solo nell'universo, Amma cercò di fare l'amore con la terra, ma la montagna della termite gli bloccò la strada e lui la distrusse.
A causa di questa violenza, la terra non poté partorire i gemelli che sarebbero nati da un'unione felice, e diede alla luce uno sciacallo.
Amma ebbe altri rapporti sessuali con la terra da cui nacquero dei gemelli, conosciuti come Nommo.
Erano nati dal seme divino, la preziosa acqua che si trova ovunque nell'universo.
La parte superiore del loro corpo, di colore verde, era umana, quella inferiore di serpente.




Dal cielo, dove vivevano col loro padre, i Nommo guardarono in basso la loro madre e vedendola nuda, le cucirono una gonna, nella quale intensero il primo linguaggio.
Così la terra fu la prima a possedere la facoltà di parola.
Nel frattempo, lo sciacallo correva libero.
Sua madre era l'unica donna, e lui la violentò.
La terra perse molto sangue e agli occhi di Amma divenne impura.
Per questa ragione ancora oggi nella cultura Dogon le donne mestruate sono considerate impure (così come in quasi tutte le culture africane).
Quando penetrò la terra, lo sciacallo toccò la sua gonna, rubando il l'inguaggio.






Abbandonata sua moglie, Amma decise di creare una coppia d'argilla.
La coppia aveva elementi di entrambi i sessi; il pregiudizio era la parte femminile dell'uomo, e il clitoride era la parte maschile della donna.
Prevedendo queste ambiguità avrebbe creato problemi, i Nommo circoncisero l'uomo e più avanti una mano invisibile eliminò dalla donna il clitoride (circoncisione e clitoridectomia rappresentano ancora oggi nella cultura Dogon un passo importante per l'ingresso in età adulta).
La coppia fu così libera di procreare, e diede alla luce otto figli, gli antenati originali dei Dogon.
Dopo aver creato ognuno altri otto discendenti, gli antenati furono purificati e trasformati in Nommo, e poi si unirono ad Amma in cielo.
Ma prima dell'ascensione, il settimo antenato fu incaricato di dare una seconda lingua al genere umano.
Usando la bocca come telaio, sputò fuori un nastro di cotone tramite cui il nuovo linguaggio fu trasmesso all'umanità.





Poiché però gli otto antenati non andavano d'accordo con Amma e i Nommo, furono rispediti sulla terra.
Per strada, l'ottavo superò il settimo, che si arrabbiò.
Si trasformò in un serpente e cominciò a intralciare il lavoro degli altri antenati.
Questi ordinarono al popolo di uccidere il serpente, cosa che avvenne.
Ma questo settimo antenato, il cui nome era Lebe, era in possesso del terzo linguaggio, indispensabile all'umanità, perché ci si era accorti che il secondo non andava bene.
Il più vecchio degli otto antenati originali fu così sacrificato e seppellito insieme alla testa di Lebe il serpente.
Gli esseri umani ricevettero poi la terza lingua in forma di tamburo.
Ancora oggi, le danze Dogon rappresentano la storia di questa creazione.
Nel ballo, le maschere sono un elemento importante e i Dogon ne usano più di ottanta diverse, a seconda della celebrazione.




La cerimonia più importante è il Segui, che si festeggia ogni 60 anni( la prossima dovrebbero essere nel 2027) e commemora il passaggio a una nuova generazione.
La frequenza del Sigui si calcola tramite la periodicità di un satellite invisibile di Sirio, rimasto sconosciuto agli astronomi occidentali anche dopo essere stato nominato da Marcel Griaule, il primo occidentale ad aver studiato la cultura Dogon.
Lo stesso Sirio appare visibilissimo tra i picchi montuosi esattamente quando predetto, rivelando un livello di conoscenza astronomica che lasciò di stucco gli esterni.
Durante il Sigui si venera la Grande Maschera, fatta a forma di serpente in memoria di Lebe, che si crede aver condotto i Dogon alla falesia Bandiagara, oltre aver donato loro il linguaggio, e insieme, la morte.