sabato 29 settembre 2012

Africa: Griot.

Africa: Griot.

"Un mondo senza griot mancherebbe di sapore come il riso senza salza"
(proverbio peul, Mali)



Quelle dei Griot è l'arte di parlare.
La loro presenza alla corte del Mali nel XIV secolo è attestata dal geografo arabo Ibn Battuta.
Questi bardi e cantori africani sono presenti in varie popolazioni dell'Africa occidentale e soprattutto nelle aree mande.

Si tratta di un'attività in cui possono accedere solo i membri di certe famiglie endogamiche.
Come accade per altre professioni, come quella dei fabbri, anche i griot sono sia temuti che disprezzati: il potere della loro parola può fare le fortune di una persona quanto la sua disgrazia, attirando su di lui spiriti malevoli.
Questa marginalità sociale consente ai griot di avere una certa libertà di espressione (similmente ai buffoni nelle corti europee), talora con comportamenti socialmente trasgressivi, come lo spogliarsi  pubblicamente.
I griot possono esercitare autonomamente in villaggi e città oppure offrire i loro servigi ai nobili, di cui cantano le lodi e tramandano la genealogia.




Hanno quindi un importante funzione sociale, educativa e politica nella trasmissione della memoria storica e nel mettere in relazione le diverse parti della comunità.
I profondi cambiamenti sociali dell'epoca coloniale, con il decadere dei mecenati tradizionali, hanno costretto o consentito ai griot di acquistare fonti di reddito, facendone in qualche caso dei musicisti sulla scena internazionale contemporanea.




Presso i Bamana del Mali la forza della parola dei griot poggia sulla sua valenza di tonico: essa rafforza moralmente e fisicamente la persona a cui è indirizzata intensificando il suo nyama, l'energia che è presente, in diverso grado, in tutti gli esseri, organici e inorganici.
Poeti e musicisti, raccontano storie, forniscono consigli, traducono e interpretano i discorsi degli altri, riportano e diffondono le notizie, svolgono funzioni diplomatiche e mediano nei conflitti, incoraggiano i guerrieri e i partecipanti a competizioni sportive ed elettorali.


 

 
La loro musica ha una sonorità particolare in quanto diversamente dalla musica delle popolazioni più vicine che poggia su una scala  pentatonica, utilizza una scala eptatonica, comunque diversa da quella occidentale.
Gli strumenti musicali dei griots sono la Kora, un'arpa a 21 corde diffusa nell'area mande, il belafon (uno xilofono con tasti in legno) e lo ngoni (un piccolo liuto a tre o quattro corde).
Questi strumenti sono esclusivamente maschili , mentre le donne (griotte) suonano invece delle campane (karinya).
I griot suonano anche dei tamburi detti dunun e piccoli tamburi parlanti; non suonano però il dejimbe, il tamburo più diffuso nella regione che è legato alla casa dei fabbri.